ROMA – Il Movimento 5stelle perde la presidenza della commissione Esteri del Senato. Con un blitz, che vede la maggioranza spaccarsi, i senatori dell’organismo parlamentare – ricostituitosi dopo aver spodestato Vito Petrocelli – eleggono Stefania Craxi di Forza Italia. Alla seconda votazione i sì, nel segreto dell’urna, per la senatrice azzurra sono stati 12, 9 quelli andati invece al pentastellato Ettore Licheri e una sola la scheda bianca. Il partito di Silvio Berlusconi conquista quindi la prima commissione permanente ed esulta, mentre l’asse tra M5S e Pd perde la sua prima battaglia. Al voto si arriva dopo una serie di riunioni notturne, sia in maggioranza che tra i senatori grillini, che avevano registrato un nulla di fatto. La scelta del candidato sponsorizzato da Giuseppe Conte – l’altra ipotesi era quella di Simona Nocerino di ala dimaiana – non convince soprattutto le diverse anime della maggioranza. Si va quindi alla conta in Commissione e l’ennesima geometria variabile delle forze che sostengono l’esecutivo, decide il cambio di fronte. A votare per Stefania Craxi tutto il centrodestra – stranamente compatto – e Italia Viva che fin dall’inizio delle trattative aveva espresso la sua contrarietà sul nome di Licheri.”Con onore e con grande senso di responsabilità mi accingo a ricoprire, in questo scorcio di legislatura, il ruolo di Presidente della Commissione esteri del Senato, in uno scenario internazionale delicato che non consente tentennamenti ed equivoci di sorta e richiede al contempo un surplus di diplomazia”, commenta a caldo la neo presidente che rimarca: “La politica estera di un grande Paese come l’Italia, per ragioni valoriali e culturali, ancor prima che storiche e geopolitiche, non può non avere chiari connotati atlantici, un atlantismo della ragione che non ammette deroghe ma non accetta subalternità”. L’esito della votazione è come un tornado in via di Campo Marzio. Il leader Giuseppe Conte convoca infatti il Consiglio nazionale, che in una nota conclusiva della riunione attacca: “Non viene confermata al M5S la presidenza della Commissione non perché non avessimo presentato un candidato di altissimo profilo e di massima garanzia, ma per le nostre battaglie politiche volte a prevenire ulteriori e pericolose escalation militari e a pretendere che l’Italia assuma un ruolo più incisivo, in sede internazionale ed europea, nel rilancio di una prospettiva negoziale concreta per risolvere il terribile conflitto in Ucraina”. Anche l’ex premier ci va giù pesante: “Oggi registriamo che di fatto si è formata una nuova maggioranza che spazia da Fdi a Italia Viva”. La tensione è alle stelle e anche a palazzo Madama si cerca di far raffreddare gli animi. La commissione Esteri non si riunisce nel pomeriggio per eleggere l’ufficio di presidenza, rinviando la decisione a giovedì mattina. Intanto Vito Petrocelli lascia il Movimento – prima ancora che si concretizzi la procedura di espulsione – e approda in Cal (Costituzione ambiente e lavoro). “Il gruppo Costituzione Ambiente Lavoroa ccoglie il presidente Petrocelli, vittima della prepotenza governativa e della vigliaccheria delle forze parlamentari di maggioranza”, spiega il presidente del gruppo Cal in Senato, Mattia Crucioli.
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