NAPOLI – La strategia del centrodestra campano per le Amministrative non piace ai vertici romani di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Se per la Lega non utilizzare il simbolo alle competizioni elettorali locali è abitudine, per Fi e Fdi è una novità difficilmente digeribile tanto per Silvio Berlusconi e il suo vice Antonio Tajani quanto per Giorgia Meloni. Meglio essere riconoscibili e dimostrare l’attaccamento alla maglia, anche se questo significa perdere, e non confondersi con le liste civiche rinnegando la propria storia. Ne è certo il consigliere regionale di Fdi Alfonso Piscitelli che dalle colonne di Cronache lancia un invito ai suoi: “Basta individualismi, conta la squadra”.
Alle Amministrative anche Fdi sembra aver ceduto al fascino del civismo, poche le liste di partito. Una novità, considerato che siete sempre stati promotori della necessità di correre col simbolo. Che succede?
Sono stato a Roma ieri (martedì per chi legge ndr) e ho raccolto le indicazioni dei vertici del partito. E la sintesi è questa: o si presentano liste con il simbolo o meglio non presentarsi proprio. E’ necessario presentare il simbolo anche se si teme la sconfitta, non è accettabile farsi eleggere con altre liste e dire che si resta comunque nel partito. Chi è di Fdi per rappresentare il territorio deve candidarsi in liste di partito, la strategia di confondersi con le civiche non va bene, lo dicono anche a Roma.
Eppure sarete presenti con la lista di partito in pochissime realtà, una tra tutte Mondragone. Non che gli alleati abbiano fatto meglio. Il centrodestra ha scelto di dissolversi nel civismo?
Il centrodestra è in difficoltà, per evitare di dar vita ad esperienze anomale sui territori sarebbe meglio per noi, indipendentemente dalle scelte di Lega e Fi, correre col simbolo. Dove ci si può aggregare con loro è bene farlo, dove non si può, perché si rischia di mischiarsi con realtà riconducibili al centrosinistra, è meglio tirarsi fuori o correre da soli.
Non è un momento felice per la coalizione destrorsa, c’è stato un vertice tra leader, ma la sostanza sembra essere la stessa di sempre: Fdi all’opposizione del governo Draghi e Fi e Lega in maggioranza. Parlare ancora di unità del centrodestra non è paradossale?
Prendo spunto da quello che ha detto la presidente Meloni dopo l’incontro con Berlusconi e Salvini: una cosa è dire di essere consapevoli della necessità di un centrodestra unito, altra è comportarsi in modo da riuscire a rendere effettivamente compatta la coalizione. Dai territori arrivano segnali poco incoraggianti, si va in ordine sparso quando all’elettorato serve un segnale di serietà. Correre divisi sarebbe un errore, ma serve chiarezza sul posizionamento, sull’appartenenza e sui programmi sui territori quanto su scala nazionale soprattutto in vista delle Politiche.
Difficile dare il segnale di cui parla se la vostra posizione è opposta a quella di Fi e Lega, non crede?
L’augurio è che loro escano dal governo e tornino sulle posizioni di sempre. E’ pur vero che la legge elettorale condizionerà le scelte. Quello di cui sono certo è che se si vuole il proporzionale per comodità dei singoli si torna indietro di anni.
Lo stato dell’arte del partito in Campania qual è? Che pensa dell’ipotesi di una lista unica Fi e Lega alle Politiche?
Il partito è messo male perché in Campania abbiamo percentuali che non riflettono il dato nazionale. Se non si chiude con le primazie e le spaccature non si crescerà mai. L’invito responsabile a chi in Fdi crede in una destra moderna è di mettere da parte ambizioni personali. Per quanto riguarda Fi e Lega, in attesa della campagna elettorale ognuno fa i conti in casa sua, io mi impegno a far crescere Fdi. Quello del listone Fi Lega è un argomento che ci interessa poco.
In consiglio regionale ha proposto di istituire una commissione d’inchiesta sulla brucellosi, perché?
Stiamo raccogliendo le firme, ho fatto questa richiesta durante l’ultimo consiglio perché ci sono troppi dubbi e troppi danni per gli allevatori. Serve la verifica delle regole messe in campo e chiarimenti su cosa è stato fatto. De Luca se ne facesse una ragione è il momento del confronto. Gli incontri servono dinanzi ad una tragedia di dimensioni economiche colossali. L’assessore non ha rispettato gli impegni con gli allevatori, De Luca si sedesse al tavolo con loro e prendesse in esame ciò che propongono. La commissione d’inchiesta serve ad avere un resoconto e una verifica puntuale su quanto è accaduto e sta accadendo.
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