Ucraina, von der Leyen: “Merita adesione all’Ue”. Orban blocca ancora sanzioni

In foto il Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen (AP Photo/Jean-Francois Badias)

BRUXELLES – L’Ucraina merita una chance per entrare nell’Ue. A dirlo è la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenuta al congresso del Partito popolare europeo a Rotterdam. L’adesione all’Ue è quello che Kiev desidera da tempo, un obiettivo che gli ucraini stanno pagando anche con la vita, sottolinea la presidente, “ovviamente le nostre condizioni Ue devono essere rispettate” e “saranno loro a decidere la velocità delle riforme, ma noi dobbiamo essere al loro fianco, dobbiamo sostenerli il più possibile”.

In realtà, quello di cui si discute ora è la concessione dello status di candidato, perché l’adesione, come si sa, potrebbe richiedere anche più di dieci anni. La Commissione esprimerà il suo parere, anche alla luce del questionario completato dal governo ucraino, nelle prossime settimane, in tempo per il vertice europeo di giugno, a cui si affiancherà il summit con i paesi dei Balcani, anch’essi in corsa per entrate nell’Ue. Ma anche sulla concessione dello status di candidato la strada è in salita e a svelarlo è stato lo stesso premier, Mario Draghi, al termine del Consiglio europeo di martedì: tra i grandi paesi europei solo l’Italia è favorevole a concedere subito questo riconoscimento.

La questione energetica, accantonata per il momento nel quadro di nuove sanzioni, continua a tenere banco, nel percorso indicato dal RePowerEu della Commissione Ue. E a ricordalo è stata di nuovo von der Leyen. “Dobbiamo liberarci dalla dipendenza energetica dalla Russia. Lo abbiamo fatto con il carbone e ieri con il petrolio. E dobbiamo farlo con il gas. Sostituendo la Russia con fornitori affidabili, ma soprattutto con le rinnovabili”, ha rimarcato.

Ma anche sulle sanzioni l’ultimo via libera, quello tecnico formale, è stato rinviato per l’ennesima volta. A bloccare il pacchetto questa volta è l’inserimento nella lista delle persone sanzionate del patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill, su cui l’Ungheria ha posto il veto. E così sono ripartire le trattative con il governo ungherese prima di riconvocare una nuova riunione degli ambasciatori Ue.

Un nome, quello di Kirill, che era stato inserito un mese fa nella proposta sanzionatoria e che solo ora trova l’opposizione del governo Orban. Segno che forse Budapest punta a tenere sotto scacco tutta l’Ue con il suo potere di veto. D’altronde l’Ungheria è rimasto l’unico paese a non aver ricevuto luce verde al suo piano di ripresa e resilienza, dopo che proprio oggi la Polonia si è vista sbloccare il suo Pnrr dopo più un anno di braccio di ferro.

Domani von der Leyen volerà a Varsavia per presentare la valutazione positiva del piano. Il conflitto ucraino ha avvicinato di fatto la Polonia all’Ue, non solo per il grande sostegno alla difesa di Kiev con il supporto logistico, l’invio di armi e la raccolta fondi per la ricostruzione, ma anche con l’accoglienza di 3,5 milioni di rifugiati. Il gruppo di Visegrad si è frantumato e l’Ungheria rimane sempre più isolata nel contesto europeo.(LaPresse)

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