MILANO – “Di fronte all’estrema gravità della crisi idrica in atto nel Paese, legata alle precipitazioni più che dimezzate e alla drammatica situazione in cui versano le infrastrutture idriche, è prioritario accelerare il più possibile con la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità, andando al contempo a individuare delle misure finanziarie urgenti che possano dare liquidità immediata alle migliaia di aziende agricole stremate dal conto dei danni della siccità, che si va ad aggiungere alle ripercussioni della pandemia e del conflitto russo-ucraino e agli aumenti record dei costi produttivi e dell’energia”. Così il presidente della Copagri Franco Verrascina, rendendo noto che in agricoltura si stima una perdita del 30-40% dei raccolti, con danni che superano già il miliardo di euro.
“Se non si interviene prontamente si rischia di portare al collasso le migliaia di aziende agricole che sono già in forte sofferenza e che nonostante tutto continuano con grande senso di responsabilità ad assicurare il regolare rifornimento degli scaffali”, rimarca Verrascina, evidenziando che “le situazioni di maggiore criticità sembrano essere al momento quelle del Centro Italia e in particolare della zona padana, dove si concentra circa un terzo della produzione agricola nazionale e oltre la metà di quella zootecnica”.
“Ci troviamo alle soglie dell’arrivo del caldo torrido estivo, e a fronte dei già consistenti cali delle rese produttive, in particolare del grano, bisogna garantire l’acqua necessaria alla conclusione del ciclo produttivo di mais, soia, riso e pomodoro, colture molto idroesigenti, scongiurando il rischio di vedere accrescere ulteriormente la dipendenza dall’estero del nostro Paese”, aggiunge il presidente della Copagri.
“Nel ricordare che il comparto primario non spreca l’acqua, ma al contrario la utilizza per la produzione di cibo per poi restituirla alle falde acquifere e al reticolo idrico, riteniamo fondamentale che il governo si attivi quanto prima per definire le priorità di utilizzo della risorsa idrica, tenendo bene a mente la ciclicità dell’attività agricola, legata ai ritmi della natura, e adoperandosi prontamente per scongiurare una pericolosissima ‘guerra dell’acqua’”, continua Verrascina.
“Accanto alle misure da mettere in campo nel breve periodo per salvare la produttività agricola del Paese, bisogna poi ragionare su altri interventi a medio-lungo raggio, che anche grazie al Pnrr possano garantire un concreto efficientamento delle rete infrastrutturale idrica nazionale, la quale attualmente sconta gravissime carenze che comportano una perdita media del 50% delle acque; il recupero degli invasi per la raccolta delle acque piovane nei periodi invernali, la bacinizzazione delle risorse idriche e la possibilità di desalinizzare le acque marine sono solo alcuni degli altri possibili interventi da attuare nel futuro”, conclude il presidente della Copagri.
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