MILANO – Emmanuel Macron scarta l’idea di un governo di unità nazionale e lancia un ultimatum agli altri partiti dicendo che adesso “sta ai gruppi politici dire dove sono pronti ad andare” per collaborare. Fino a stasera non si era ancora espresso pubblicamente il presidente francese dopo la batosta delle elezioni legislative, che gli hanno tolto la maggioranza assoluta in Parlamento. A tre giorni dal voto, dopo due giorni di consultazioni con leader di partiti e alla vigilia del suo spostamento a Bruxelles per la due giorni di Consiglio europeo, Macron ha rotto il silenzio dall’Eliseo con un discorso tv al Paese in prime time, alle 20.
“La maggior parte” dei leader dei partiti incontrati in questi giorni “ha escluso l’ipotesi di un governo di unità nazionale”, ipotesi che “al momento non è giustificata”, ha detto Macron, chiarendo che le opzioni possibili sono dunque quella di una coalizione o quella di governare con una maggioranza caso per caso. “Credo che sia possibile, nel momento cruciale che viviamo, trovare una maggioranza più ampia e più chiara per agire”, ha proseguito l’inquilino dell’Eliseo, sottolineando però che questo è possibile a patto di “raggiungere dei compromessi”.
“Dobbiamo imparare collettivamente a governare e legiferare in modo diverso”, ha affermato. A suo parere sono necessarie riforme ambiziose e il capo di Stato francese ha rinnovato la promessa di testi importanti nelle prossime settimane: “Molti dei leader” dei partiti hanno espresso la disponibilità per avanzare su temi importanti”, ha riferito citando potere d’acquisto, clima, pieno impiego e transizione ecologica. “Per avanzare in modo utile, sta ora ai gruppi politici dire dove sono pronti ad andare”, ha poi concluso, rilanciando la palla agli altri partiti prima della sua partenza per Bruxelles.
Con le legislative i francesi hanno dato all’alleanza ‘Ensemble’ riunita attorno a Macron il maggior numero dei seggi all’Assemblea nazionale, cioè 245, ma si tratta di una maggioranza relativa. Si tratta infatti di 44 seggi in meno rispetto alla soglia che avrebbe consentito a Macron di governare in modo tranquillo con una maggioranza assoluta.
La principale forza d’opposizione, la coalizione delle sinistre Nupes riunitasi sotto la guida del leader di estrema sinistra Jean-Luc Melenchon, ha 131 seggi. Mentre la vera vincitrice della tornata, a pochi mesi dalla sconfitta delle presidenziali di aprile, è Marine Le Pen, il cui Rassemblement national di estrema destra ha avuto un exploit, ottenendo un numero record di seggi, 89, mentre nel Parlamento uscente non aveva neanche i 15 deputati necessari a formare un gruppo parlamentare.(LaPresse)