QUITO – Il presidente ecuadoriano Guillermo Lasso ha revocato lo stato di emergenza imposto in sei province a causa dello sciopero guidato dalle comunità indigene. La decisione di porre fine allo stato di emergenza ha fatto seguito a un incontro iniziale tra funzionari del governo e la più grande organizzazione indigena dell’Ecuador, che ha iniziato lo sciopero due settimane fa per chiedere la riduzione dei prezzi della benzina, l’imposizione di controlli sui prezzi dei prodotti agricoli e la fissazione di un budget più ampio per l’istruzione. Lasso aveva accusato il leader indigeno a capo dello sciopero, Leonidas Iza, di cercare di organizzare un colpo di stato.
Dopo l’incontro di sabato, il presidente dell’Assemblea nazionale Virgilio Saquicela ha detto che sarà formata una commissione per facilitare il dialogo per porre fine allo sciopero. “Il governo nazionale ratifica la volontà di garantire la creazione di spazi per la pace, in cui gli ecuadoriani possano riprendere gradualmente le loro attività”, si legge in un comunicato che annuncia il decreto per porre fine allo stato di emergenza. Iza ha detto che non ci saranno manifestazioni nel fine settimana e ha chiesto che vengano aperti corridoi nelle aree di confine interprovinciali per consentire il passaggio di cibo e rifornire Quito, che deve far fronte alla carenza di prodotti agricoli. A Quito, i manifestanti che bloccano le strade hanno quasi fermato la città e si registra carenza di cibo e carburante. Gruppi di manifestanti hanno vagato per la città attaccando veicoli e civili costringendo alla chiusura di attività commerciali, alcune delle quali sono state saccheggiate.
(LaPresse)