MILANO – Slitta l’esame dello Ius scholae alla Camera ma non si placa lo scontro politico. Dopo la chiusura, ieri sera, della discussione generale, l’Aula di Montecitorio ha votato il rinvio alla prossima settimana di tutti i provvedimenti iscritti all’ordine del giorno, comprese dunque le nuove norme sulla cittadinanza ai minori stranieri che abbiano completato un ciclo scolastico in Italia e quelle in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis.
Un ‘pit stop’ tecnico chiesto dal deputato dem Emanuele Fiano, che nelle intenzioni del Pd consentirebbe di mantenere le norme sulla cittadinanza nel calendario di luglio, come spiegato dalla capogruppo Debora Serracchiani. Nessun “cedimento”, dunque, rispetto alla richiesta della Lega di bloccare l’iter parlamentare di entrambi i provvedimenti, con Salvini che ieri ha minacciato la tenuta della maggioranza in caso di ‘forzature’ da parte di 5 Stelle e Pd.
A rimarcarlo, senza giri di parole, è stato Enrico Letta. “Sullo Ius scholae – ha detto il segretario dem nel suo intervento alla Direzione del partito – non arretriamo di un millimetro. Non accettiamo ricatti sulla pelle dei ragazzi e delle loro famiglie”. Per Letta, l’estensione della cittadinanza non è infatti “solo una concessione di un diritto ma una legge di interesse nazionale”, perché “il futuro del Paese passa dall’integrazione”.
Quindi l’affondo contro Meloni e Salvini: “Siamo noi i veri patrioti, non loro. Le barricate sullo Ius scholae significano una sola cosa: non vogliono nessun altro che non sia in continuità con la ‘razza italiana’”. Letta si è detto “sorpreso” da chi vorrebbe legare la discussione sullo Ius scholae alla tenuta dell’esecutivo: “Si fa cadere il governo per fatti drammatici – ha osservato -, non perché un ragazzo italiano a tutti gli effetti possa avere la cittadinanza”.
Pronta la replica di via Bellerio: “Spiace che il Pd, che una volta rappresentava i lavoratori, adesso abbia come priorità droga e immigrati. Le minacce di Letta? Non spaventano nessuno, Enrico stia sereno”, ha replicato il Carroccio, intenzionato a dar battaglia in Aula con 1500 emendamenti. Mentre da FdI Meloni tuona: “Io razzista? Allora voi governate con dei razzisti pur di mantenere la poltrona”.
Favorevole al rinvio del testo anche il capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, secondo cui – nonostante i distinguo azzurri – “i temi divisivi devono stare fuori dal perimetro parlamentare”. E anche il leader di Azione Carlo Calenda, pur dicendosi “molto favorevole” allo Ius scholae, ha avvertito gli alleati: “Attenzione a non mettere in crisi il governo, bisogna evitare battaglie che diventano di bandiera”.
Nessun commento, nel merito, del premier Mario Draghi: “Il governo non commenta proposte di iniziativa parlamentare, ma sono certo che queste posizioni parlamentari non portano alcun rischio per il governo”, ha detto il presidente del Consiglio, rientrato in anticipo dal vertice Nato di Madrid per un Cdm su bollette, rendiconto e assestamento, dal quale sono rimasti fuori i temi politici.(LaPresse)