“Il nostro Pride oggi è resistenza”

Giuseppe: “E’ rivoluzione”. Gaia: “E’ la nostra voce”. Davide e Manuele: “E’ libertà”

NAPOLI (Francesco Foco) – Napoli si tinge d’arcobaleno. E’ un Pride della resistenza quello del 2022. Di battaglia, di lotta. Passeggiando per le strade colorate si avverte l’urgenza di sensibilizzare il mondo dopo gli ultimi avvenimenti di cronaca che hanno leso i diritti della comunità Lgbtqia+. Dal pride vietato in Turchia al suicidio della professoressa Bianco. Dopo due anni di stop causa Covid, il corteo dei diritti è tornato in piazza carico e pieno di orgoglio, più forte che mai. Cronache ha scelto di raccontare il 15esimo Pride partenopeo con le voci dei suoi protagonisti più giovani. Come Giuseppe Giglio, capelli ricci chiari e una camicia sgargiante: “Il Pride non è semplicemente festa: il Pride è rivoluzione. Il Pride è la memoria del sangue di Marsha Johnson, di Sylvia Rivera, di tutte le persone che ci hanno permesso di essere qui. È il promemoria del nostro diritto di vivere e del nostro dovere di sopravvivere”. Il Pride è rivoluzione dunque, concetto potente. Maglia bianca per Davide Ramondini, guance arcobaleno per Emanuele Manuso: “Difendere i diritti della comunità LGBTIQ+ è un atto di civiltà. Tanto più dovuto per chi si identifica in un ideale di società libera e progressista. Inoltre, in un paese dove negli ultimi 10 anni si sono registrati oltre 1.400 episodi di matrice omofoba qualunque libero cittadino di buon senso non può che schierarsi dalla loro parte, anche se in veste di semplice alleato non appartenente alla comunità”, raccontano in coro. C’è chi solleva poi altre questioni, importantissime, sempre legati ai diritti e al Ddl Zan. Sono Gaia Nugnes e Francesca, ‘armate’ di striscioni e amore: “Siamo qui per far colorare Napoli di arcobaleno e far sentire la nostra voce, per rappresentare i diritti delle persone con le disabilità che erano inclusi nel Ddl Zan”.In tanti hanno ricordato, poi, come e quanto Napoli sia il palcoscenico più adatto alla manifestazione. “Napoli è la città dell’inclusione per antonomasia. E’ la città delle Quattro Giornate. E’ la città che vive sulla propria pelle la discriminazione e sa reagire e ricollocarsi. Napoli è naturalmente la città del Pride”, sottolinea ancora Ramondini. La giornata è iniziata sotto al grandissimo striscione arcobaleno di Palazzo San Giacomo, sede del Comune che ha dato il patrocinio morale, alle 15 per il concentramento di persone. “Un bordello” di colori in cui, dalle 17, si sono alternati i rappresentanti delle istituzioni e della associazioni, compreso il sindaco Gaetano Manfredi. Il corteo ha poi iniziato la sua sfilata alle 18, i carri variopinti hanno attraversato via Medina, via Monteoliveto, via Sant’Anna dei Lombardi, piazza Sette Settembre, via Toledo, piazza Trieste e Trento, piazza del Plebiscito, via Cesario Console, via Nazario Sauro, via Partenope. Dalle 21 sul palco di via Nazario Sauro sul Lungomare è stata festa grande con tanti artisti che hanno offerto gratuitamente la propria partecipazione. Sotto la direzione artistica di Diego Di Flora. Madrina di Napoli Pride quest’anno è l’attrice Bianca Guaccero. A condurre la serata Teresanna Pugliese e Vito Coppola. Tra gli ospiti sul palco: Valeria Marini, Alexia, Maria Mazza, Marco Carta, Vergo, Virginio, Antonino, Rosario Miraggio, Emiliana Cantone, Mr. Hyde, Rico Femiano, Mavi e Bellatrix. Lo slogan scelto ques’tanno ha centrato il segno: “Un bordello di colori mai visto”, urlano tanti in festa. “Una festa dannatamente necessaria. Viva il Napoli pride”, ha arringato la folla Bianca Guaccero, che ha ricevuto i fiori dal sindaco Manfredi. “La società civile, il Paese reale è pronto ed è più avanti della politica”, ha detto il primo cittadino partenopeo. “Da un lato ci sono ancora forme di intolleranza che sono inaccettabili e dall’altro c’è una società molto più aperta soprattutto fra i giovani che sono più consapevoli rispetto al fatto che avere una società inclusiva rappresenta un valore per loro stessi e per gli altri. Penso – ha concluso – che su questi temi come sulla cittadinanza e sui diritti la società è molto più avanti dei politici che la rappresentano”. Insomma, da qualsiasi punto di vista la si guardi: viva il Pride. Festa di orgoglio, battaglia, amore e resistenza. Ora e sempre.

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