ROMA– Dal passaggio al professionismo alla grande attesa per la Nazionale femminile agli Europei, passando per una classe arbitrale pronta a sfatare gli ultimi tabù. Il calcio al femminile in Italia viaggia veloce, abbatte barriere, raggiunge primati fino a pochi anni fa neanche immaginabili. Lo dicono i numeri riguardanti la partecipazione e l’affetto che nutre la squadra Azzurra del ct Milena Bertolini, pronta all’esordio continentale domenica contro la Francia, cui si aggiungono quelli diffusi dall’Aia (l’Associazione italiana arbitri) che ha illustrato i dati del movimento arbitrale femminile mai così in piena espansione. Con 1.834 associate su 30.557 fischietti inseriti nell’organico nazionale, la presenza delle donne arbitro è pari al 6%, una percentuale che mai si era registrata così elevata, con un incremento dell’11% nell’ultimo anno. Il merito è della professionalità e del talento di fischietti che stanno facendo da apripista, tra loro Maria Sole Ferrieri Caputi, diventata la primo arbitro donna inserita nel gruppo dei direttori di gara di A. Trentaduenne, della sezione di Livorno, la ricercatrice laureata in Sociologia con la passione per il calcio, dopo aver esordito nel campionato maschile Can serie B in Cittadella-Spal lo scorso ottobre e in Coppa a Italia in Cagliari-Cittadella, è destinata a tagliare un traguardo storico nelle pari opportunità. Sarà il designatore a decidere il suo percorso ma non è affatto escluso che entro la prossima stagione non farà il suo storico debutto in una sfida nella massima serie maschile. L’ora è vicina.
“Non c’è stato un momento esatto nel quale ho pensato di potercela fare, da quando c’è stato un cambio ai vertici dell’Aia c’è stata una maggiore vicinanza e un maggior sostegno perchè ci hanno offerto gli strumenti per crescere. L’Aia di oggi ci impone di fare gli stessi test atletici degli uomini. Al Var sia io che Maria Marotta siamo certificate, possiamo svolgere questo ruolo, ci manca solo un pò di esperienza. Ma in Italia c’è la volontà di affermarci in qualsiasi campo”, ha dichiarato Ferrieri Caputi nel corso di una una conferenza stampa in Figc dedicata al movimento arbitrale femminile. Dedizione, sacrificio e costanza sono le sue parole d’ordine per arrivare lontano. “Oggi non ci sono più barriere del tipo ‘lei non può perché non ce la vogliamo’. Sto lavorando e facendo sacrifici per il mio sogno, sono felice di poter continuare a coltivarlo. Sono sempre stata fin da piccola una grande appassionata di calcio ma non ho mai giocato. I miei genitori non erano favorevoli: ora il clima è diverso, il professionismo femminile è fondamentale per avvicinare le bambine al calcio”. Il presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, non nasconde la propria soddisfazione per i risultati ottenuti sotto la sua direzione. Abbiamo colmato alcuni gap esistenti. Stiamo restituendo al gioco del calcio una risorsa che per troppo tempo era stata celata. Il giorno che non ci stupiremo più di fare conferenze come questa vorrà dire che avremo raggiunto un momento di maturità perché portare le donne ad arbitrare significa portare cultura calcistica”. Per il presidente della Figc, Gabriele Gravina, i numeri sono il segnale di un cambiamento che certifica una ‘rivoluzione’ non solo sportiva. “È un momento di grande bellezza all’interno del sistema. È il tempo delle donne, finalmente. La passione per l’arbitraggio cresce nelle ragazze in modo esponenziale. E dal primo luglio, essendo ufficiale il professionismo femminile, c’è grande attesa anche per l’Europeo nonostante un girone molto difficile. Domenica andrò a trovare la nostra Nazionale”. Tra arbitri e professionismo l’Italia al femminile ha già messo la palla al centro.
di Luca Masotto