napoli (Renato Casella) – La Festa dell’Unità in programma da domani a Napoli potrebbe fornire indicazioni sulle prossime elezioni politiche grazie alla presenza del commissario regionale Francesco Boccia. Il neo responsabile del partito campano gestirà la fase che porta alle urne e sarà chiamato di fatto a dettare la linea sulle candidature. In generale, la Festa, vista la presenza di big nazionali, servirà anche a fare un primo punto interno sulle preoccupazioni dei parlamentari per la situazione delicata che si è creata nel movimento 5 Stelle. Questo clima rischia di indebolire anche il Pd, soprattutto in Campania, dove i due partiti governano insieme in diversi comuni e dovrebbero presentare candidati unici negli uninominali. Ieri Boccia ha incontrato i parlamentari nazionali ed europei e i consiglieri regionali Pd, mentre domani toccherà ai segretari provinciali. I criteri espressi nel summit sono la ricostruzione del partito dal basso, la riapertura dei circoli, le tessere fatte esclusivamente on line. Il congresso regionale, come già deliberato dalla direzione nazionale, si svolgerà dopo le Politiche. Il commissario si avvarrà anche dell’apporto del mancato segretario regionale Stefano Graziano. Nell’incontro di ieri non sono mancate prese di posizione negative nei confronti di esponenti come il segretario metropolitano del partito Marco Sarracino e i consiglieri regionali Massimiliano Manfredi, Bruna Fiola e Mario Casillo. In particolare, Valeria Valente avrebbe espresso critiche nei confronti dello stesso Sarracino e del governatore Vincenzo De Luca. Boccia ha chiarito che ci saranno una serie di iniziative per parlare di temi e iniziare da settembre a fare il giro provincia per provincia.
Da chiarire, in vista delle Politiche, una serie di punti, legati essenzialmente al taglio dei parlamentari e alla legge elettorale. Se la norma in vigore resterà la stessa, portare nomi condivisi con i 5 Stelle nei collegi uninominali sarà in pratica una scelta tanto obbligata quanto problematica. Gli uscenti pentastellati sono infatti numerosi e si prevedono tagli sanguinosi per le ricandidature. E con la diminuzione delle poltrone gli spazi dovrebbero restringersi anche per i “paracadutati”: difficile (anche se di impossibile non c’è nulla in politica) che si ripeta un’operazione come quella dell’ex ministro Valeria Fedeli, sistemata in Campania nel 2018 pur non avendo nulla a che fare con la regione. In linea di massima, non dovrebbero esserci candidati “forestieri”: l’eccezione potrebbe essere quella del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari europei Enzo Amendola, peraltro campano di origine ma visto come estraneo al sistema del partito in regione.
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