Roma, 19 apr. (LaPresse) – “Mentre gli esponenti del Movimento 5 Stelle proseguono nella loro battaglia di veti incrociati contro il centrodestra, incuranti di quanto sta accadendo al di fuori dei palazzi del potere nei quali sembrano ormai trovarsi a loro agio, l’economia italiana rischia, secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto redatto dal Centro Studi di Confindustria, una pesante battuta d’arresto già nel primo trimestre del 2018.
Secondo l’analisi compiuta dalla associazione degli industriali, infatti, il PIL italiano potrebbe aver già frenato il suo slancio nei primi giorni dell’anno, crescendo meno del +0,3% messo a segno nell’ultimo trimestre del 2017. I segnali di un possibile rallentamento del Pil, d’altronde, ci sono tutti. La produzione industriale, infatti, è scesa inaspettatamente a Febbraio del -0,5%, il secondo calo consecutivo dopo quello di Gennaio, dove si era contratta del -1,8%. Una flessione è stata, inoltre, registrata dagli ordinativi industriali, calati su base mensile del -0,6%, così come le esportazioni. Lo afferma in una nota Renato Brunetta, deputato di Forza Italia.
In questo contesto macroeconomico in rapido deterioramento, è giunta ieri la richiesta dal Fondo Monetario Internazionale di aumentare la tassazione su consumi, ricchezza e patrimonio. Nel suo rapporto Fiscal Monitor, l’istituto di Washington ha ricordato all’Italia la necessità di mettere in ordine le proprie finanze pubbliche e di intraprendere una politica economica «neutrale», senza creare nuovo deficit, per mettere il sentiero del debito su un percorso discendente. Per il Fmi, inoltre, all’Italia serve «il taglio della spesa primaria corrente il sostegno alle fasce più deboli, l’aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi, spostando la tassazione verso la ricchezza, la proprietà e i consumi, ampliando la base imponibile».
Non è la prima volta che il Fondo parte all’attacco, suggerendo al Governo italiano di aumentare l’IVA sui consumi e di imporre una patrimoniale sulla ricchezza degli italiani. La proposta è stata avvalorata anche dall’OCSE e dalla Commissione Europea. Per quanto riguarda l’aumento dell’IVA, ricordiamo che questo è già previsto dalle clausole di salvaguardia presenti a legislazione vigente. Il rischio è quello che, in assenza di un Governo legittimato politicamente, capace di trovare coperture alternative, queste clausole di salvaguardia diventino definitive e l’aumento delle aliquote scatti dal 1° gennaio 2019. L’aumento della pressione proveniente dalle maggiori istituzioni economiche internazionali produrrebbe alla fine un ulteriore aumento della tassazione, un evento che avrebbe conseguenze pesantissime su consumi e produzione.
Proprio alla luce di queste considerazioni, è auspicabile che si formi un nuovo governo in tempi brevi, un Esecutivo che possa prendere in mano il Documento di Economia e Finanze che tra pochissimi giorni dovrà essere obbligatoriamente inviato alla Commissione Europea per le osservazioni di Maggio. Un DEF che attualmente è redatto soltanto nel suo quadro a legislazione vigente e che ancora si trova nel cassetto del ministro pro-tempore Pier Carlo Padoan. Andando avanti di questo passo, è difficile sperare che le Camere possano analizzarlo in tempo utile per bloccare un nuovo salasso fiscale su famiglie e imprese”.