Covid, in sei mesi oltre 80mila contagi sul lavoro

Foto Claudio Furlan - LaPresse Nella foto: reparto di terapia intensiva

ROMA – “Covid: nel primo semestre del 2022 più di 80 mila contagi sul lavoro”. Lo dicono i dati pubblicati dall’Inail nel 28esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale (Csa). Dal lavoro si evince che “con 80.994 contagi sul lavoro denunciati, il primo semestre 2022 pesa al momento per il 29,1% sul totale delle infezioni di origine professionale segnalate dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 giugno”.

Trimestre di fuoco
Dal Report è scaturito anche che “nei primi tre mesi di quest’anno, in particolare, si sono superati i casi registrati nell’intero 2021” E che i contagi sul lavoro registrati dall’inizio della pandemia “sono 278.431, pari a circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dal gennaio 2020 e con un’incidenza dell’1,5% rispetto al complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità alla stessa data del 30 giugno 2022”. Inoltre, il mese di gennaio “si colloca per numero di contagi denunciati (29.615) solo dopo novembre 2020 e i mesi successivi, anche se tendenzialmente in decrescita, risultano tra quelli con più casi dal gennaio 2021 in poi”. Dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro hanno spiegato che “il 2020, con 148.900 infezioni, raccoglie il 53,5% di tutti i casi denunciati fino al 30 giugno 2022, con il mese di novembre al primo posto con 40.823 contagi, seguito da marzo con 28.698. Il 2021, con 48.537 denunce, rappresenta invece il 17,4% del totale dei contagi, con gennaio al primo posto (14.820 casi) e dicembre al secondo (9.278)”.

Meno morti
I dati mostrano anche come “tra gennaio e giugno di quest’anno sono stati denunciati 11 decessi, pari all’1,3% degli 877 casi mortali segnalati dall’inizio della pandemia. Con 580 casi mortali da Covid-19, il 2020 raccoglie il 66,1% di tutti i decessi da contagio denunciati fino allo scorso 30 giugno, con aprile (195 casi mortali) e marzo (145) ai primi due posti. Il 2021, con 286 decessi, pesa invece per il 32,6% sul totale.

Fasce deboli
Secondo l’Inail a “morire sono soprattutto gli uomini (82,9%), ma la maggioranza delle infezioni di origine professionale riguarda le donne. La quota delle lavoratrici contagiate sul totale dei casi, infatti, è pari al 68,3%”. Per cui “la componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul totale dei contagi denunciati all’Inail è, rispettivamente, del 49,1% e del 48,1%”. 

Età media
Dai dati si evince che “l’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi, ma nell’ultimo mese di rilevazione è salita a 47 anni. Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, le nazionalità più colpite sono quelle romena (20,8% dei contagiati stranieri), peruviana (12,3%), albanese (8,0%), moldava e svizzera (4,4% ciascuna) ed ecuadoriana (4,0%)”. 

Il territorio
L’analisi territoriale ha sottolineato come “una distribuzione delle denunce del 40,7% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,8%), del 22,2% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), del 16,7% al Centro (Lazio 8,0%), del 14,3% al Sud (Campania 7,0%) e del 6,1% nelle Isole (Sicilia 4,3%). Le province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,7%), Torino (6,5%), Roma (6,4%), Napoli (4,4%), Genova (3,0%), Brescia (2,9%), Verona e Venezia (2,2% ciascuna), Varese, Treviso e Firenze (2,0% ciascuna), Vicenza, Bologna e Monza e Brianza (1,9%).

Nella Capitale più contagi
I dati trasmessi evidenziano come “i contagi avvenuti nel mese di giugno 2022, la provincia che ne registra il maggior numero è quella di Roma, con il 13,4% del totale, seguita da Milano, Genova, Torino. Il 63,3% delle denunce da Covid-19 e il 21,5% dei casi mortali rientrano nel settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili, ecc.), che ha mostrato un andamento altalenante delle denunce, con aumenti più evidenti nelle fasi più acute della pandemia. 

Le professioni
E’ il personale dell’ambito sanitario più colpito dai contagi: “la categoria più colpita, in particolare, è quella dei tecnici della salute, con il 37,6% delle denunce, l’82,3% delle quali relative a infermieri, e il 9,1% dei casi mortali (due terzi infermieri). Ma non solo. Anche altre professioni sono state interessate ai contagi con una incidenza maggiore rispetto al 2020, vedi “gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, degli impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta, degli insegnanti di scuola primaria e degli impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro”.

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