CASERTA – “Viva la Sanità pubblica, nonostante tutto”. Si potrebbero riassumere così le parole di Gaetano Bruno Direttore della Uoc di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, una ricca panoramica delle eccellenze e dei ritardi della sanità pubblica campana. Dalle grandi professionalità che popolano le corsie ospedaliere ai mali che rischiano di comprometterle. Compreso il rifiuto di tanti giovani medici attirati dalle sirene e dai soldi delle cliniche private.
Dottore, lei è al S. Anna da oltre 20 anni. Qual è il suo paziente tipo?
Questo ospedale è un Dea di secondo livello, c’è una varietà di pazienti ampia. I miei pazienti tipo sono due: quello traumatizzato e quello di elezione. Nel Dea è centralizzato il politrauma, un grande trauma center. Fu questo il motivo per cui nel 2007 mi sono innamorato di una delle chirurgie più complesse, la chirurgia dell’anello pelvico. Al Sant’Anna di fratture del bacino ne vediamo tante.
Disponiamo presso l’ospedale di apparecchiatura o di strumenti all’avanguardia?
Sì. In ortopedia sono stati fatti passi da gigante con la bioingegneria e la disponibilità in sala operatoria di impianti protesici molto complessi e spesso personalizzati. Ormai di routine facciamo lo studio del caso clinico con la possibilità dell’immaging, costruiamo modellini anche in plastica con stampanti 3D per simulare l’intervento. Una volta entrato al Sant’Anna ho avuto modo di mettere in pratica tutto ciò che avevo maturato negli anni. Faccio un esempio: oggi ormai è quasi di routine in casi complessi, in collaborazione con aziende che producono impianti protesici veramente complessi, fare un planning preoperatorio sul modello 3D e quindi costruire l’intervento sul modellino per poi portarlo in sala operatoria. Interventi talmente personalizzati che le protesi d’anca o ginocchio sono dedicate al singolo paziente.
Lei preferisce il servizio pubblico al privato.
Sì. Ho sempre lavorato nel pubblico tranne nei primi anni. Io ci credo al pubblico. Perché non si bada a spese come nelle cliniche private. Lì c’è un padrone, l’imprenditore, che guarda i costi. Faccio un esempio. Il politraumatizzato per una clinica privata è un investimento a perdere. Solo nel pubblico si può affrontare una problematica così complessa e costosa. Con piacere ho visto che il paziente si fida più del pubblico. Capisce che qui c’è sempre una professionalità per ogni complicanza. Riporto un caso. Ho operato il papà di un carabiniere del Nord che ha girato ovunque perché oltre alla frattura del femore ha avuto un infarto, un cardiopatico serio e in dialisi. Con me grazie al collega della cardiologia, grande cardiologo napoletano, abbiamo trovato una soluzione a tutti i suoi problemi. Siamo riusciti ad operare un paziente veramente complesso che è uscito da qui ed ora può anche guidare, sua grande necessità.
Ci parli della pandemia.
Ho visto atti eroici. Abbiamo combattuto a mani nude un virus di cui sapevamo poco. Molti colleghi si sono ammalati e portano i segni. Ho visto grande senso responsabilità e partecipazione: abbiamo dato ampia disponibilità di posti letto con turni fatti da colleghi che volontariamente si sono offerti e che poco avevano a che fare con malattie come il Covid.
Quali sono i principali disagi della Sanità campana?
La carenza di personale è un dramma. Negli ultimi anni c’è stato uno sblocco delle assunzioni, avviato già uscendo dalla fase commissariale. Da quando sono primario ho fatto tre concorsi, qui abbiamo portato a bordo sia infermieri che Oss. Il problema grosso resta l’assunzione di dirigenti medici, soprattutto ortopedici. C’è stato un difetto di programmazione nell’ultimo ventennio per cui non abbiamo ortopedici. Sono pochissimi e altri concorsi vanno deserti. C’è infine una questione nazionale: il pubblico non è allettante. Gli stipendi sono troppo bassi. I giovani spesso sono allettati da altre realtà, importanti cliniche private che offrono più soldi. Il pubblico offre molto lavoro e poco guadagno. Ne abbiamo parlato anche in Regione, bisogna diventare più attrattivi.
Un’eccellenza italiana per le protesi dell’anca
Il dottore Gaetano Bruno è esperto in Ortopedia e Traumatologia. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991, si è specializzato presso l’Università Federico II di Napoli nel 1996 ed ha completato la sua formazione con un master in Chirurgia Protesica dell’Anca nel 2015 e numerosi corsi di aggiornamento e perfezionamento.
Si occupa principalmente del trattamento di patologie dell’anca e del bacino e di traumatologia generale. Possiede inoltre una grande esperienza nell’impianto di protesi d’anca e del ginocchio, una vera eccellenza italiana. Docente a numerosi corsi di formazione, Bruno è attualmente direttore della Uoc di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale S. Anna e S. Sebastiano di Caserta. Membro di prestigiose società scientifiche, ha partecipato (anche in qualità di relatore) a numerosi congressi sul territorio nazionale.
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