ROMA – No deroga a tetto due mandati. La decisione l’ha comunicata direttamente Giuseppe Conte a tutti i veterani del M5S. Fuori dunque Roberto Fico, Paola Taverna, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede. E Lorenzo Borré, legale dei 5S ha precisato: “Non mi sorprende, e non tanto perché il tetto dei due mandati sia una regola identitaria, visto che già è stato introdotto il mandato zero, ma in quanto un’ulteriore modifica della clausola non solo si scontrava contro la volontà di Grillo, e non a caso parlo di volontà, ma perché il processo avrebbe comportato di infilarsi in un ginepraio giuridico che la metà basta”. Lo dice all’Adnkronos, il legale da sempre a capo delle battaglie giuridiche contro il M5S.
La nota
La precisazione di Forza Italia su rapporti tra Berlusconi e l’ambasciatore russo in Italia Razov apparso in un articolo di un noto quotidiano nazionale è giunta attraverso una nota: “Stupisce che uno dei più grandi quotidiani italiani – si legge – dia spazio a illazioni non soltanto infondate, ma che vanno nella direzione esattamente opposta rispetto alle nostre convinzioni e ai nostri comportamenti. Innanzitutto – prosegue la nota – è sconcertante l’idea che un leader si faccia suggerire dall’ambasciatore di un paese straniero valutazioni di politica internazionale. Un leader della caratura internazionale di Silvio Berlusconi, quando desidera avere contatti con leader stranieri lo fa al massimo livello, cosa che con la Russia non avviene da molto tempo. Tutto questo farebbe addirittura sorridere, se non fossimo di fronte ad una delle peggiori tragedie del nostro tempo. Lo abbiamo detto e ripetuto in tante occasioni ufficiali e Forza Italia lo ha tradotto in concreto con gli atti legislativi e le risoluzioni votate in Parlamento. Forse sarebbe più utile raccontare questi, che sono fatti ben chiari e visibili, piuttosto che raccogliere pettegolezzi mal interpretati o addirittura inventati di sana pianta”
Il dubbio di Toti
Appare dubbioso il leader di Italia al centro, Giovanni Toti, fresco dell’entrata all’interno del suo partito di Mara Carfagna e Mariastella Gelmini su quello che è l’atteggiamento di Carlo Calenda che a suo dire “sta aggregando amici e personalità importanti della storia recente di questo Paese. Ma non ho capito francamente come si strutturerà quell’offerta politica. Non mi è chiaro – ha poi aggiunto – cosa farà Carlo, cosa faranno gli amici di Italia viva, se si alleeranno con il Pd, all’interno del Pd quali forze della sinistra troveranno spazio. Con Calenda si condividono molti punti del programma ma con alcune forze che il segretario del Pd Letta sta mettendo insieme, abbiamo visioni molto distanti. Se solo penso alla mia regione, le divergenze sulle grandi opere, sugli impianti di depurazione, sulla sanità, sono profonde. Non so come farà Letta a conciliare un programma liberal liberista come quello di Calenda, con quelli di Speranze o della Boldrini che hanno legittimamente una visione molto diversa”.
“Nostra scelta su Ucraina è netta”
Lo ha dichiarato il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, confermando le parole di Giorgia Meloni “quando dice – ha spiegato – che FdI sarà garante del posizionamento internazionale dell’Italia perché la nostra scelta di difendere l’Ucraina è netta e irrevocabile: noi siamo il partito che ha difeso la linea atlantista dell’Italia senza sfumature. Abbiamo assunto una posizione disinteressata e persino penalizzante, essendo all’opposizione avremmo potuto contrastare il governo per trarne beneficio. Abbiamo fatto l’opposto”.
Il caso Russia
E sul caso sul caso Russia Lollobrigida ha aggiunto: “Ho letto, ma non conosco i contorni di questa storia” ma “mi sembra molto simile a quanto già pubblicato più di un mese fa, quando forse non c’era la necessità di usarla in campagna elettorale contro una forza politica. Peraltro mi sembra che il sottosegretario Gabrielli abbia ampiamente smentito. Restano invece ancora da chiarire gli arrivi di qualche centinaio di soldati russi durante il Conte 2″.
Il programma di FdI
Lollobrigida ha poi spiegato che “nel nostro programma espliciteremo le nostre posizioni atlantiste. Abbiamo chiesto di anticipare il voto del Parlamento sull’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato. È un atto che va nettamente contro i desideri di Putin e che ci allinea perfettamente alla nostra storica collocazione internazionale”.