MOSCA – Visita dell’Onu e della Croce Rossa al carcere di Olenivka nell’oblast di Donetsk, luogo dove si è verificata la morte di 50 prigionieri di guerra ucraini nella notte del 29 luglio per un attacco missilistico. Lo ha comunicato il ministero della Difesa russo. L’obiettivo è quello di “facilitare un’indagine obiettiva sull’attacco di cui le parti in conflitto si accusano a vicenda”. Mentre da Kiev sostengono che l’intervento “è stato voluto per occultare torture sui prigionieri”.
L’attacco col drone
Attacco con un drone alla base navale di Sebastopoli nel Mar Nero delle forze ucraine. Cinque persone sarebbero rimaste ferite. “Questa mattina presto – ha detto il governatore Mikhail Razvozhaev – un oggetto non identificato è volato nel cortile del quartier generale della flotta, secondo i dati preliminari si tratta di un drone. Gli Ukronazi – ha continuato – hanno deciso di rovinarci il Navy Day. Tutte le celebrazioni in onore della Giornata della Marina a Sebastopoli sono state annullate per motivi di sicurezza. Per favore, mantenete la calma e state a casa il più possibile” ha dichiarato.
Rubato grano ucraino
Secondo The Kyiv “il Libano trattiene una nave con un carico di grano ucraino rubato”. E, in queste ore l’ambasciata ucraina in Libano ha ricevuto un’ordinanza per il “sequestro della nave per 72 ore”. Non a caso proprio nei giorni scorsi, l’ambasciata aveva segnalato ai funzionari che “una nave siriana carica di grano rubato dai territori ucraini occupati era attraccata al porto di Tripoli, in Libano”.
L’impiccagione per i soldati di Azov
L’ambasciata russa in Gran Bretagna ha pubblicato un Twitter in cui si chiede che “i militari del battaglione Azov meritano l’esecuzione, la morte non per fucilazione me per impiccagione, perché non sono dei veri soldati. Meritano una morte umiliante”. Il tutto dopo che delle bombe hanno colpito un centro di detenzione nella zona di Olenivka, nella regione di Donetsk dove erano detenuti i soldati del battaglione Azov.