CASAL DI PRINCIPE – Fiducia nella magistratura, ma anche amarezza per un’indagine che lo coinvolge dopo 8 anni di amministrazione incentrata sulla legalità. Così si può sintetizzare lo stato d’animo del sindaco Renato Natale, coinvolto insieme alla giunta nell’inchiesta della Procura di Napoli Nord sulla gestione illegittima degli operatori Lsu. “Non mi è stato notificato nulla – dichiara a “Cronache” – so che c’è un decreto di perquisizione e sequestro a carico degli Lsu, ormai peraltro stabilizzati, e in questo atto di ipotizzano responsabilità di sindaco, assessori e dirigenti. Non è che mi faccia piacere questo provvedimento, ma ho sempre piena fiducia nella magistratura e rispetto le sue decisioni. Sono sicuro che alla fine la questione si risolverà in poca cosa e non abbiamo preoccupazioni da questo punto di vista. Aspettiamo la chiusura delle indagini o un avviso di garanzia per poterci difendere nelle sedi opportune”.
Il primo cittadino esprime anche “vicinanza a questi lavoratori che stamattina (ieri per chi legge,. ndr) si sono visti arrivare i carabinieri per una perquisizione in casa e hanno subìto un sequestro di somme. Si tratta di operatori senza grandi ricchezze e quindi anche provvedimenti per importi modesti possono creare problemi. Certo, i carabinieri fanno il loro mestiere e la magistratura ha fatto quel che doveva fare e che rientra nei suoi compiti”.
Quanto ai dirigenti, aggiunge Natale, “siamo sicuri della loro onestà e trasparenza, basti vedere le azioni dell’amministrazione sulle gare d’appalto, le nomine di tecnici che avvengono per sorteggio e rispettando il criterio della rotazione: sono aspetti che dimostrano la serietà di un’amministrazione. Certo bisogna prestare attenzione se qualche lavoratore non fa il suo dovere”.
Natale fa notare ancora che il periodo incriminato (da agosto 2019 a maggio 2020) è stato in parte caratterizzato dalle restrizioni del lockdown: “Molti dirigenti lavoravano in smart working, mentre le prestazioni degli operatori Lsu dovevano essere assicurate in presenza, quindi potrebbe esserci stato qualche problema per i controlli”.
Ieri il sindaco ha visitato alcuni presìdi anti camorra e “ho dovuto spiegare ai volontari che non vado più bene come simbolo di legalità, visto che sono indagato”.
Natale ha dichiarato agli inquirenti che il 30 ottobre 2019 inviò una nota a responsabili di settore, assessori e segretario comunale per chiedere a tutti di relazionare sull’orario di lavoro degli operatori Lsu e in particolare di motivare l’integrazione oraria riconosciuta. Le ore supplementari, ha ricordato in quella occasione il sindaco, vanno previste solo se le 20 ore settimanali non risultino sufficienti. Natale non ha però dimostrato che l’amministrazione abbia approvato i progetti di pubblica utilità, presupposto per l’impiego degli Lsu: c’è solo una delibera di giunta, peraltro dell’aprile 2016, che stabilisce di assegnare ore supplementari.
Gli inquirenti hanno acquisito anche le dichiarazioni del segretaria comunale Assunta Mangiacapra: il Comune “non si è dotato di apposito regolamento di disciplina dei lavoratori socialmente utili, a differenza della maggior parte degli enti utilizzatori. La gestione dei Lsu, con particolar riguardo all’integrazione, non appare cristallizzata in un procedimento ben definito, individuazione dei lavoratori integrati, assegnazione ai vari settori attraverso appositi provvedimenti, autorizzazione allo svolgimento del numero di ore per ciascun lavoratore, determinazione delle ore effettivamente lavorate”. Anche l’integrazione oraria veniva “liquidata in forma automatica, salvo diversa comunicazione da parte del responsabile dei settore”. Questo spiega, nota il gip, il versamento dell’integrazione oraria a operatori “anche durante il loro periodo di assenza per mesi”.
L’ex segretaria: “Servizio non prestato per mesi”
Dalle dichiarazioni dell’ex segretaria comunale Virginia Terranova, che hanno dato il via alle indagini, emergono fra l’altro episodi di assenteismo ripetuto (e a quanto pare mai sanzionato) da parte di tre operatori Lsu. Il comandante dei vigili urbani Maurizio Crotti ha confermato questa ricostruzione. In una nota dell’aprile 2020 indirizzata a sindaco, giunta e dirigenti, la Terranova lamentava “anomalie non giustificate”. Il 1° maggio la dirigente scriveva: “E’ emerso che alcuni Lsu non prestano di fatto servizio presso l’ente già da alcuni mesi”, per cui veniva sollecitata “l’adozione di urgenti opportuni provvedimenti”. Mancava una programmazione dell’integrazione oraria, che invece è obbligatoria: l’Inps finanzia le 20 ore settimanali e se il Comune vuole aumentarle deve indicare il numero di ore necessarie e i progetti. Ai primi di agosto dello stesso anno la Terranova tornava a chiedere di motivare l’integrazione oraria e “uno schema completo” con i progetti previsti per ogni lavoratore, i nomi degli operatori che prestavano integrazione oraria e l’attestazione del dirigente delle Finanze sul rispetto dei limiti di spesa. La segretaria faceva ancora notare che una sua precedente richiesta al dirigente delle Finanze Enrico Pignata era rimasta senza riscontro: si trattava di fornire chiarimenti sul versamento della paga mensile “ai soggetti per i quali non sia stata accertata la presenza in servizio”. A ottobre la Terranova ribadiva la richiesta di informazioni sui “provvedimenti assunti nei confronti di Lsu per i quali sia stato accertato che non prestano di fatto servizio presso l’ente già a alcuni mesi”. Questo soprattutto per informare gli uffici regionali per “bloccare i pagamenti e attivare il recupero di quanto eventualmente erogato in assenza di validi presupposti”.
Secondo quanto nota il gip Iaselli, anche grazie alla Terranova è emersa “una gestione dei Lsu da parte del Comune di Casal di Principe a dir poco approssimativa”. Del resto, lo stesso dirigente Pignata ha ammesso una gestione “approssimativa e superficiale, circostanza dovuta probabilmente a mancati controlli e a una organizzazione altrettanto assente”.
Gli episodi di assenteismo riferiti dal comandante della polizia locale riguardano gli operatori Giovanni Sarracino, Vincenzo Pagliuca e Gaetano Simeone, assegnati al suo settore a luglio 2019. Dopo un mese i tre “ancora non si erano presentati presso il mio ufficio”, tanto che il comandante li convocava per il 19 agosto. A questo appuntamento i tre si presentavano e ricevevano le disposizioni di Crotti per il loro servizio. Tuttavia, dai registri delle presenze mancavano quasi totalmente le firme e la rendicontazione del servizio. E addirittura, per quanto riguarda Sarracino, “non ho mai più avuto modo di vederlo in servizio”. Crotti segnalava più volte la situazione al sindaco, al segretario comunale e al responsabile dell’ufficio Personale, ma solo a luglio 2020 i tre si presentavano al comandante per riprendere il servizio. Solo Pagliuca, però, manteneva l’impegno e alla fine il sindaco decideva il trasferimento dei tre al settore Lavori pubblici.
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