ROMA – “Ma mica seguiamo le giravolte di Calenda noi, altrimenti saremmo finiti tutti in manicomio… Stiamo lavorando su questa proposta da giorni, è sempre stata aperta, e lo facciamo perché crediamo che in questa coalizione avere un centro forte sia un vantaggio per tutti. Perché dopo tre anni di emergenze e quindi anche di collaborazione tra forze politiche e soprattutto tra governo e Regioni ed enti locali, questo metodo non si può perdere. È il metodo Draghi appunto, quello per cui sui grandi temi si deve dimostrare di essere uniti come Paese, dalla politica internazionale, alla guerra, alle priorità della produzione e del lavoro, al rispetto dei patti che in Europa ci chiederanno, chiunque governi”. Così Giovanni Toti, governatore della Liguria e presidente di Italia al Centro, in una intervista al ‘Corriere della Sera’.
“Abbiamo parlato molto nei mesi scorsi io e Calenda: se aveva dubbi che il Pd potesse sganciarsi da quella presenza che ha in sé un che di ambientalismo un po’ peloso, di sindacalismo modello Fiom, di avversione verso il libero mercato, poteva chiedermelo. Gli avrei detto con chiarezza che no, non possono. Lo vedo anche nella Regione che governo, quando per ogni opera che serve a modernizzare cercano di mettere veti, ricorrono al Tar. Che Calenda se ne accorga dopo aver siglato un’alleanza elettorale, beh, non mi sembra una gran partenza” ha aggiunto e alla domanda se servissero a bilanciare la Meloni ha risposto se “arriverà prima è più che legittimo che governi. Ma è interesse di tutti che ci sia anche un’area come la nostra a portare avanti un metodo di cui l’Italia non può permettersi di fare a meno”.
(LaPresse)