ROMA – L’intesa tra Carlo Calenda e Matteo Renzi è in dirittura d’arrivo. I due leader di vedranno domani per sancire il ‘matrimonio politico’ tra Azione e Italia Viva e chiudere una discussione iniziata dopo il divorzio dell’ex ministro al Mise con il Pd di Erico Letta. “No non abbiamo concluso. Bisogna capire qual è la prospettiva. Visto il teatrino deludente delle ultime settimane, se dobbiamo fare un accordo bisogna farlo in modo serio e diverso dagli altri”, dice l’ex premier intervistato da Massimo Gianni sul sito di La Stampa, e annuncia sicuro: “Con Carlo dobbiamo vederci domani”.
Si concludono così gli appostamenti di cronisti e videmaker sotto la sede del partito di Calenda e sotto gli uffici di Renzi a palazzo Giustiniani, dove le luci sono rimaste accese fino alla tarda serata di ieri. Intanto il confronto tra gli sherpa delle due forze politiche è proseguito senza sosta a Montecitorio (presenti Ettore Rosato, Matteo Richetti e Maria Elena Boschi). Chiusa la distribuzione dei seggi che sarà 50 e 50, mentre si deve ancora completare il lavoro sui criteri di assegnazione, come per esempio la assegnazione dei due movimenti sui territori della Penisola.
Si studia infatti il ‘peso’ collegio per collegio perché – è il motto – è ‘vietato sbagliare’. Altro tema il simbolo. “Si lavora”, spiega una fonte qualificata, l’indicazione per ora è quella della lista unica con i due simboli presenti nel contrassegno “con una chiara indicazione della leadership”, conferma Calenda. Per ora è ancora da sciogliere quale sarà l’indicazione frutto dell’alleanza in caso di vittoria. E Renzi ha già fatto sapere che su questo tema ha intenzione di lasciare campo libero a Calenda.
Tuttavia nessuno dei due attori in campo si sbilancia: “Se si farà il matrimonio tra me e Renzi? Io sono molto prudente visto che mi è saltato un matrimonio pochi giorni fa. A parte le battute, io spero di sì”, scandisce Calenda. “Apparteniamo allo stesso gruppo europeo, abbiamo programmi molto comuni, l’obiettivo comune di cercare di tenere Draghi” a Palazzo Chigi, la certezza. L’accordo ci sarà domani? “Ho detto che domani vedo Calenda… Se son rose fioriranno”, chiosa Renzi.
La dead line è comunque fissata. Il senatore toscano vuole chiudere prima di partire per Marina di Pietrasanta e annunciare al Caffè de La Versiliana i termini dell’intesa. Una gestazione che sta per terminare, su cui Emma Bonino non nasconde il risentimento: “Devo dire che in tutta la mia lunga vita politica mai avevo visto un voltafaccia così repentino, immotivato e truffaldino”.
Piccata la replica di Calenda: “Io sono stato ben educato dai miei genitori: di fronte alla volgarità mi hanno insegnato a ignorare. Alla volgarità non si risponde con la volgarità perché non si va da nessuna parte”. Dal fronte opposto arriva invece la bordata di Silvio Berlusconi: “Non darei troppa importanza a quello che fanno Renzi e Calenda sia perché è totalmente imprevedibile sia perché si tratta di due figure abili all’interno dei palazzi ma ben lontane dal cuore della gente. Il vero centro, come in tutta Europa, è quello che gravita attorno al Ppe e che noi rappresentiamo in Italia”, la sottolineatura.
“Se Berlusconi voleva fare il grande centro non doveva far cadere Mario Draghi. Io penso che oggi ami più Enrico Letta che Gianni”, chiude tagliente Renzi. Sarà domani dunque il giorno cerchiato in rosso, con un faccia a faccia che dovrebbe tenersi in mattina. Sul come sarà comunicata l’intesa vige il riserbo, ma si cerca una alternativa alla conferenza stampa. A distanza di una settimana da quella con Letta – è il ragionamento – si vorrebbe evitare un’altra foto con una stretta di mano o un bacio a favore di telecamere. Almeno per scaramanzia.