NAPOLI (girob) – Nella vertenza sulla mattanza delle bufale, l’ultima accusa degli allevatori alla Regione è di scaricabarile. Una tattica per sfuggire al confronto sul Piano di eradicazione di Brucellosi e Tbc. A lanciarla è Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, in una conferenza stampa online. Gli allevatori l’hanno convocata per parlare della diffida al Commissario per l’applicazione del Piano, Luigi Cortellessa, e al ministro della Salute, Roberto Speranza, inviata dagli avvocati Antonio Sasso e Vincenzo Prisco, per conto di cinque organizzazioni. L’atto – da estendere all’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo, e al governatore Vincenzo De Luca – “è la conseguenza dell’atteggiamento e delle scelte del Governo Regionale della Campania e – spiega Fabbris – del ministro alla Salute che, invece di rispondere ai rilievi e alle innumerevoli richieste di aprire un confronto ragionevole per trovare soluzioni condivise al disastro che si sta realizzando per effetto delle scelte irresponsabili del Piano Regionale, continua ad andare per la sua strada dimostrando sordità alle ragioni delle imprese e del territorio”. A rincarare la dose è Adriano Noviello, presidente dell’Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, denunciando la gravità della crisi nelle campagne del casertano, e descrivendo una situazione insostenibile, per la rabbia dovuta all’assenza di risposte. Un saggio si è avuto l’11 agosto, con il blocco stradale della Domiziana. “Una rabbia – dice Fabbris – amplificata dall’atteggiamento della Giunta Campana che da qualche mese continua a dichiarare di volere lavarsi le mani dalle responsabilità avendo nominato un commissario per l’attuazione del Piano che, dunque, sarebbe l’unico interlocutore sia per gli allevatori che, addirittura, per le altre istituzioni. Questo atteggiamento è totalmente irresponsabile arrivando ad essere un vero schiaffo alle istituzioni ed alla democrazia quando, come è avvenuto qualche settimana fa, i consiglieri regionali convocati per esaminare il Piano, come avrebbero voluto il regolamento e lo statuto della Regione, si sono visti recapitare un messaggio della Giunta che ha disertato la discussione con cui il portavoce del Presidente De Luca li ha informati che l’unico interlocutore per la materia è il Commissario Cortellessa”. Sull’intera vicenda, però, Cortellessa non intende rilasciare dichiarazioni. Secondo Fabbris, agli allevatori che, indotti dalle indicazioni della Regione, si recherebbero da lui, l’ex generale dei Carabinieri opporrebbe un’incompetenza in materia: lui ha il potere di applicare il Piano, non di cambiarlo. Ecco, quindi, l’accusa a Palazzo Santa Lucia di giocare a rimpiattino. Da un lato si delegherebbe tutto al commissario, dall’altro Cortellessa non potrebbe discutere di modifiche, non essendo legittimato a farlo. Fabbris, comunque, lo definisce “una persona seria ed un militare che ha ben ragione di conoscere i suoi doveri”. Il bersaglio degli strali, allora, è ancora Palazzo Santa Lucia. “Di fronte a questa pervicace ostinazione a negare l’interlocuzione persino ai consiglieri regionali eletti dal popolo negandone la potestà a svolgere la propria funzione – attacca il portavoce del Coordinamento -, come stupirsi della diffida che chiama alla responsabilità anche materiale per i danni che verranno provocati alle aziende i responsabili dell’applicazione delle misure del Piano?”.
Nelle nove pagine redatte dai legali, si ricorda ai destinatari la pendenza di ricorsi al Tar, alla Corte dei Conti e le denunce in Procura. Gli allevatori, inoltre, elencano i motivi di presunta illegittimità della delibera, approvata dalla giunta regionale. A Speranza, poi, verrà notificata una seconda diffida. “Quella volta a ripristinare – chiariscono gli allevatori – l’applicazione della norma europea violata da una sua recente ordinanza per cui, dopo aver preso atto, finalmente e come indica da tempo il Coordinamento, che le norme Comunitarie impongono regole nell’individuazione dei casi positivi sistematicamente violate dalla Regione, introduce, probabilmente su suggerimento di quella struttura tecnica di cui finora si è fidato e che continua a interpretare le norme piuttosto che applicarle, un parametro antiscientifico tanto irrazionale quanto pericoloso. Nella sua ordinanza il ministro arriva a fissare in un raggio di 20 km – praticamente mezza provincia di Caserta – l’area per cui se esiste un supposto focolaio di Brucellosi tutti i casi sospetti compresi diventano, ‘magicamente positivi’ condannando all’ecatombe l’intero territorio. Un parametro inesistente in giurisprudenza e nella letteratura scientifica ma che guarda caso, condannerebbe alla macellazione gran parte dei capi della Provincia di Caserta”. E inoltre “fra i problemi sollevati – aggiungono – viene chiarito in maniera inequivocabile uno dei punti centrali che sono contestati al Piano: il metodo con cui vengono individuati gli animali per avviarli al macello e che continua nonostante le numerosissime evidenze di un chiaro fallimento – centinaia di migliaia di animali abbattuti per Tbc e Brc di cui solo poco più dell’1% realmente colpito dalla malattia -, metodo chiaramente in contrasto con l’applicazione delle normative europee ma che sta proseguendo ancora in questi giorni provocando danni pericolosissimi al territorio ed alle imprese”. Insomma “i destinatari della diffida ricevono un messaggio chiaro: ‘Qualcuno dovrà risponderne e, se sarà dimostrato che per effetto di queste misure le aziende stanno subendo danni, chi lo sta applicando, insieme a chi lo ha voluto, sarà chiamato alla responsabilità anche materiale e patrimoniale per il proprio operato”. Suona come un’altra dichiarazione di guerra, nella lotta a carte bollate del Coordinamento. “Tutto questo sta provocando danni alle imprese ormai insostenibili e intollerabili” sostiene Francesco Di Tella, coordinatore della Rete Casertana del Soccorso Contadino. Da lui un invito alle aziende, “a venire dal Primo Settembre prossimo presso la sede dello Sportello in Via Giacosa presso la Nco a Casal di principe per denunciare e documentare i danni che gli allevatori stanno sopportando a partire dalla entrata in vigore della Delibera della Regione e da quando si è insediato il Commissario per l’applicazione al Piano in modo da predisporre le iniziative per far valere i risarcimenti”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Allevatori, altre accuse a De Luca: “Usa la tattica dello scaricabarile”
Il portavoce Fabbris: “C’è un gioco al rimpiattino con Cortellessa”