NAPOLI – Era sofferente, sanguinante, ma lucido. Tant’è che è riuscito a riferire subito il nome e il cognome del suo presunto aggressore. Indagini lampo hanno permesso ai carabinieri di stringere il cerchio attorno a un 22enne dei Quartieri Spagnoli. L’ennesima notte di violenza dell’estate napoletana arriva dal Borgo Sant’Antonio Abate. Lì, stando all’attività investigativa, il 35enne Carmine Falanga, del posto e non nuovo ai database delle forze dell’ordine, avrebbe incrociato Giuseppe Iaselli, più giovane di 13 anni e residente ai Quartieri Spagnoli, anche lui noto agli investigatori.
Tra i due sarebbe scoppiata una lite in vico Santa Maria del Riposo, a due passi da corso Garibaldi e via Foria. Un alterco prima verbale, poi fisico, con il 22enne che avrebbe ‘punito’ il 35enne ferendolo con dei fendenti. Coltellate che hanno colpito Falanga alla schiena e un braccio. Quindi la corsa verso il Pronto soccorso dell’ospedale Vecchio Pellegrini nella Pignasecca. Ai medici Falanga ha raccontato la sua versione dei fatti. Puntuale dal nosocomio del centro è partito l’allarme alle forze dell’ordine. Un quarto d’ora dopo la mezzanotte, in ospedale sono intervenuti gli uomini in divisa, che hanno provveduto a raccogliere i primi elementi investigativi del caso. In primis il racconto del ferito, Falanga, residente nel Borgo Sant’Antonio Abate, a due passi dal luogo in cui è stato aggredito. Il 35enne ha scandito con decisione le generalità del suo aggressore: “Giuseppe Iaselli”, un profilo che agli investigatori dell’Arma dei carabinieri diceva tanto. E’ quindi partita la caccia all’uomo, conclusasi intorno all’ora di pranzo, poco meno di dodici ore dopo i fatti, quando i carabinieri della compagnia Stella hanno bloccato Iaselli che è stato poi denunciato a piede libero. Le cause che hanno generato la lite non sono ancora note. Si ipotizza uno screzio per uno sguardo di troppo. Una scintilla scoccata sul momento, insomma. Quel che è certo è che Falanga ha rimediato una prognosi di dodici giorni per le ferite da arma da taglio al deltoide e alla clavicola sinistri, mentre Iaselli avrà da fare altri conti con la giustizia. Nel settembre di tre anni finì, infatti, in manette insieme ad altri due giovani in quanto ritenuto responsabile della gambizzazione di un 22enne, Vincenzo Rossi, e di un raid di piombo all’interno dell’ospedale Vecchio Pellegrini contro i soccorritori del ragazzo ferito. Duplice vicenda risalente al 17 maggio 2019. La Dda contestò ai tre, a vario titolo, i reati di tentato omicidio, lesioni personali gravi e detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, con l’aggravante del metodo mafioso. Un anno prima, a metà maggio 2018, lo stesso Iaselli fu gambizzato mentre si trovava in piazza Trieste e Trento da un commando composto da due giovani.