ROMA – Il caro-energia scuote la campagna elettorale. Il prezzo record raggiunto dal gas, oltre quota 315 euro per megawattora, irrompe nel dibattito tra i partiti, che si concentra su una proposta lanciata da Carlo Calenda: “Siamo in emergenza nazionale. Grazie a Salvini, Berlusconi e Conte il Governo Draghi ha le mani legate. Ma servono 10 miliardi per le imprese, sganciamento rinnovabili dal gas e 30 miliardi sulle famiglie. Ora. Le forze politiche sospendano la campagna elettorale e si dichiarino pronte a supportare il piano del governo, rigassificatore incluso, e un eventuale scostamento di bilancio”, scrive su Twitter il leader di Azione e del Terzo polo.
Tra gli avversari chiamati in causa da Calenda il primo a rispondere è il leader della Lega Matteo Salvini. “Calenda probabilmente dice che bisogna sospendere la campagna elettorale perché sa che ha già perso, prima di cominciare”, taglia corto il segretario del Carroccio, aggiungendo poi che l’ex ministro “non si è accorto che il governo è in carica, Draghi è presidente del Consiglio. Noi abbiamo chiesto di intervenire per mettere questo benedetto tetto, non serve sospendere la campagna elettorale”.
Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte punta invece sull’ironia: “Carlo vedo che la campagna elettorale ti ha svegliato!”, esordisce, sottolineando che “noi l’allarme per interventi massicci per famiglie e imprese, scostamento e tetto al prezzo del gas lo abbiamo lanciato 6 mesi fa portando proposte a Draghi. Le risposte non sono arrivate. Sugli extraprofitti poi il Governo si è perso per strada 9 miliardi necessari ad aiutare i cittadini sulle bollette. E ora a pagare sono le famiglie”. E anche per Angelo Bonelli di Europa verde si tratta di uno spot, “una proposta elettorale che non abbasserà il prezzo del gas”.
Arriva dal Meeting di Rimini la replica di Calenda: liquida come “risposta da adolescente che non ha mai lavorato” quella di Salvini; e ribadisce la proposta “di fermarci immediatamente, sederci intorno a un tavolo e supportare Mario Draghi” per fare “un piano assolutamente straordinario”, perché altrimenti a settembre avremo “uno choc paragonabile a quello del Covid-19”.
Sempre dalla kermesse di Cl, sul punto interviene il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: “L’Ue deve mettere un price cap e disgiungere il prezzo dell’elettricità da quello del gas”, e se non si riesce fare “non possiamo evitare di porre il tema dello scostamento di bilancio”, dice, proprio mentre il governo si prepara a varare, a settembre, un provvedimento per contenere i rincari e tutelare sia le imprese che le famiglie.
A margine, tiene banco anche la questione del rigassificatore di Piombino. Fratelli d’Italia ribadisce di essere a favore “perché riteniamo che il problema dell’autonomia energetica sia prioritario”, spiega Ignazio La Russa, che annuncia: “Lo dirò anche al sindaco”, ovvero a Francesco Ferrari, primo cittadino del Comune in provincia di Livorno eletto proprio con Fdi, che in passato ha espresso parere contrario al rigassificatore nel porto. Per il senatore Pd Andrea Marcucci Fratelli d’Italia prende in giro ì piombinesi. A Roma il partito della Meloni con La Russa dice una cosa, a Piombino con il sindaco Francesco Ferrari l’opposto”, mentre “va fatta un’alleanza della città per dare il via libera al rigassificatore con le massime condizioni di sicurezza e rispetto dell’ambiente”.
Una condizione, quest’ultima, su cui apre anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, per il quale la proposta “di reintrodurre la Valutazione di Impatto Ambientale per l’ipotesi di un rigassificatore galleggiante all’interno del porto di Piombino è da valutare e accogliere positivamente”.
(LaPresse)