NAPOLI – La retata del 14 luglio non è bastata per porre fine alla faida di camorra a Pianura. Gli arresti dei capi e dei gregari dei clan in lotta per la gestione del malaffare nella periferia Ovest di Napoli, sembravano aver frenato l’orrore. Non è stato così. Gli episodi di violenza che si sono verificati a metà agosto, quando la città era nel pieno delle ferie estive, sono stati la conferma che la guerra è ancora in atto. Il messaggio emerso dagli agguati e dalle stese delle ultime settimane ha riguardato il vigore con cui la cosca dei Carillo-Perfetto si sia rialzata dopo il colpo inferto dalle forze dell’ordine. In molti credevano che dopo la cattura del ras Antonio Carillo, sfuggito al maxi blitz di metà luglio e rintracciato qualche settimana dopo a Marano, potesse segnare la resa degli eredi dei Pesce-Marfella. Nulla di tutto questo. Anzi, gli uomini del cartello criminale si sono riorganizzati con una velocità impressionate. Sono stati addirittura in grado di spedire due avvertimenti al gruppo rivale.
Gli Esposito-Calone-Marsicano, infatti, sono stati messi alle corde con il ferimento di Gaetano Antonio (19 anni) e con i colpi di pistola esplosi all’indirizzo dell’abitazione di Giuseppe Cioffi. Si tratta di due soggetti ritenuti vicini agli eredi dei Mele. Il 21enne è il cugino di Emanuele Marsicano, elemento apicale della cosca in lotta con i Carillo-Perfetto. I proiettili rivenuti in via Torricelli hanno rappresentato la prova della controffensiva dei nemici, che hanno sempre potuto contare su un arsenale molto più ampio. Pare che nei momenti di maggiore difficoltà, a procurare le armi agli eredi dei Pesce-Marfella siano stati i Contini, clan di Secondigliano, che appartiene all’Alleanza formata pure dai Licciardi e dai Mallardo. La faida si vince anche stringendo gli accordi giusti. Ne sanno qualcosa gli Esposito-Calone-Marsicano, che dopo gli arresti del 14 luglio, si sono ritrovati a interrompere momentaneamente i rapporti con i gruppi esterni.
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