ROMA – “La capacità di Giuseppe Conte di mentire arrivando a usare, mistificandoli, delicatissimi temi che riguardano la sicurezza nazionale pretende chiarezza immediata. Da giorni il capo dei Cinque stelle sostiene che la settimana che sta per cominciare vedrà la Camera dei deputati impegnata ad approvare decreti per 10 miliardi di euro di “maggiori investimenti militari“. La panzana raccontata da Conte serve per affermare che si “corre al riarmo”, che si spendono denaro per armarsi mentre non si trovano soldi per sbloccare la cessione dei crediti del superbonus. Vediamo allora di smascherare questa inaccettabile menzogna, ancor più grave visto che proviene da un ex presidente del Consiglio che dovrebbe sapere meglio di ogni altro – essendone stato l’artefice – del motivo di questi programmi che nulla hanno a che vedere con il riarmo. Vediamo una ad una le bugie”. lo scrive in una nota il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè.
“La commissione Difesa della Camera è chiamata ad approvare un programma per la costruzione di 12 navi cacciamine: si tratta di imbarcazioni che sostituiranno altre della nostra Marina in servizio da quasi quarant’anni, navi che quindi saranno tra poco inservibili. I nuovi cacciamine rientrano, tra l’altro, tra gli obblighi che l’Italia ha assunto nei confronti della Nato, alla faccia di chi si dice atlantista a parole e poi vorrebbe sottrarsi con inevitabile caduta di credibilità agli impegni presi con l’Alleanza. Il punto non è solo questo”, spiega.
“In breve non sono navi per offendere, ma per difendere il nostro paese. Quanto spenderemo per queste navi nel 2022? Zero euro, 50 milioni nel 2023,44 milioni nel 2024. Soltanto infatti nel 2032, cioè tra undici anni, le navi saranno pronte. Andiamo avanti. Un altro programma sottoposto all’approvazione del parlamento riguarda l’acquisizione di otto nuovi “pattugliatori“ della Marina destinati a sostituire quelli attualmente in mare prossimi al termine della loro vita operativa. A che servono questi pattugliatori? A dichiarare guerra a un altro Stato? Niente affatto. Esattamente il contrario. Le navi saranno destinate allo svolgimento delle attività istituzionali di presenza e sorveglianza, di vigilanza pesca, saranno cioè un preziosissimo supporto dei nostri pescherecci spesso vittime di aggressioni in mare nei pressi delle coste africane, controlleranno il traffico mercantile, saranno a protezione delle linee di comunicazione e della zona economica esclusiva italiana e ovviamente supporteranno chiunque si trovi in difficoltà in mare a cominciare da naufraghi e migranti”, prosegue Mulè.
“Travolto dalla sua ipocrisia, oltre a raccontare bugie il presidente Conte dovrebbe ricordare che è stato il suo governo con la legge di bilancio a destinare i fondi necessari all’acquisizione di questi cacciamine. In ogni caso la spesa per il 2022 è di 4 milioni, di 35 milioni nel 2023 e di 18 milioni nel 2024 perché solo nel 2035 si concluderà la costruzione di queste navi. Sempre per restare nell’ambito degli stanziamenti della Marina, un altro programma è legato a una normalissima attività di mantenimento delle condizioni operative di alcuni elicotteri (gli EH 101) in dotazione ai nostri militari: si tratta di una normalissima revisione programmata (“Mid Life Update”, lo dice la parola…) come quella relativa a un’auto dopo un certo numero di anni che si trova a camminare sulle strade. Ne’ più ne’ meno. Stessa identica necessità per i cacciatorpedinieri della classe Doria, anche in questo caso interventi di manutenzione e nulla più. Ed eccoci agli ultimi due programmi, legati a necessità dell’esercito e della difesa nazionale.
Per quanto riguarda l’Esercito è previsto l’ammodernamento del carro Ariete. Gli interventi su 125 di questi carri armati permetteranno di incrementare la mobilità ma soprattutto di innalzare le condizioni di sicurezza dei nostri militari a bordo dei carri garantendo l’impiego sicuro nei teatri operativi caratterizzati da un elevato livello di minaccia. Anche in questo caso nessuna spesa è prevista per l’anno in corso, meno di 27 milioni nel 2023 e 48 milioni nel 2024. Da lì in avanti e fino al 2034 si completerà il programma che, sottolineo ancora, è stato pensato per garantire maggiore sicurezza ai nostri militari. Ed eccoci all’ultimo programma quello legato al segmento dell’artiglieria contraerea. Si tratta della necessità non più rinviabile di sostituire sistemi missilistici arrivati a “fine vita tecnica“, cioè tra un po’ ferri vecchi praticamente inservibili. Le nuove munizioni permetteranno di difendere il nostro paese da qualsiasi eventuale attacco da elicotteri, navi, caccia. Anche in questo caso la spesa per il 2022 e nulla mentre nei prossimi due anni sarà di poco più di 25 milioni di euro. Questa è la cruda ed amara verità.Questa è l’ennesima dimostrazione dell’inaffidabilità, dell’ipocrisia e della totale e assoluta mancanza di senso dello Stato che incarna perfettamente Giuseppe Conte, capo politico dei Cinque stelle”, conclude Mulè.
(LaPresse)