AFRAGOLA (Tommaso Angrisani) – Spaccio itinerante su tutta Afragola, scacco ai gruppi del Rione Salicelle e del Parco Sant’Antonio. E’ quanto emerso a conclusione di un’indagine portata avanti dai carabinieri della locale stazione che ha portato il gip del tribunale di Napoli Federica Colucci ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e singole cessioni di stupefacente. In carcere sono finiti Francesca Bizzarro, detta Franchetella, suo nipote ‘acquisito’ Gaetano D’Ambra, il padre Raffaele D’Ambra, il compagno della Bizzarro Mauro Marrone, Antonio Raucci, Vincenzo Serpe, quest’ultimo noto come kappakappa, suo fratello Paolo Serpe, il padre Ciro Serpe e la mamma Eva Mocerino; domiciliari per Anna Picco, meglio conosciuta come ‘Enny’.
Da oggi via agli interrogatori di garanzia, con il collegio difensivo composto dagli avvocati Dario Carmine Procentese, Isidoro Spiezia, Michele Sanseverino, Luca Pagliaro e Rocco Maria Spina.
Misura rigettata per Mariarca Gelsomina, Antonio Piscopo, Luca Piscopo (assistiti dall’avvocato Ernesto Rosano). Indagati anche due ragazze ed un ragazzo, minorenni all’epoca dei fatti contestati. I soggetti destinatari del provvedimento – tutti di Afragola – sono da ritenersi innocenti fino a condanna passata in giudicato. I fatti oggetto di questo procedimento vanno dal 2018 in poi con i militari dell’Arma che avrebbero documentato l’operatività di due gruppi dediti al traffico di sostanze stupefacenti all’interno del territorio di Afragola e che avrebbero gestito altrettante distinte ‘piazze’ di hashish e cocaina. Uno farebbe riferimento ai Serpe, i quali avrebbero anche rifornito di droga l’altra organizzazione, per gli inquirenti capeggiata da ‘franchetella e da Gaetano D’Ambra, con cui sono oltretutto anche parenti.
L’indagine si è basata soprattutto sulle intercettazioni telefoniche, i servizi di appostamento ed osservazione, oltre a diversi arresti e sequestri di ‘roba’ operati nel corso di questi quattro anni. Le piazze in questione – attive anche fino a tarda notte – sarebbero state particolarmente redditizie, arrivando ad effettuare anche un centinaio di cessioni quotidiane per un guadagno complessivo giornaliero di qualche migliaio di euro. Base logistica del gruppo Bizzarro l’isolato 19 del Rione Salicelle, poi spostata al numero 26 dopo i blitz delle forze dell’ordine. Ad incastrare Francesca Bizzarro, inoltre, ci sarebbero anche le recenti dichiarazioni del nipote, Stofardo Lami, originario del Parco Verde di Caivano e oggi collaboratore di giustizia, il quale ha affermato di averla aiutata nella gestione dello smercio di hashish. Per gli inquirenti, invece, il quartier generale dei Serpe è da localizzare nel Parco Sant’Antonio, lì dove sarebbe stata ubicata la loro ‘piazza’ di ‘magliette o giubbini bianchi, verdi e marroni’, ad indicare con un linguaggio nemmeno tanto più criptico la tipologia di stupefacente disponibile, venduto soprattutto in modalità ‘delivery’.
Droga affare di famiglia: i Serpe figure nevralgiche nella gestione del business
AFRAGOLA (Domenico Cicalese) – Promotori e organizzatori dell’associazione, gestivano i contatti diretti con i pusher, impartivano direttive agli altri membri dell’associazione, custodivano la droga e ne organizzavano la commercializzazione attraverso contatti diretti con gli altri sodali e con gli acquirenti, oltre a curare gli aspetti finanziari del gruppo. Così il gip del Tribunale di Napoli Federica Colucci parla di Ciro e Vincenzo Serpe, padre e figlio, portatori di un cognome che nel Rione Salicelle fa rima con malavita.
E poi c’è l’altro figlio, Paolo, descritto come organizzatore, sotto le direttive di Vincenzo e del papà, che in particolar modo avrebbe gestito le questioni finanziarie e diretto le attività di vendita.
Figura importante, secondo gli inquirenti, sarebbe stata anche quella di Eva Mocerino, moglie di Ciro Serpe e madre di Paolo e Vincenzo: oltre alle questioni finanziarie, avrebbe avvertito di volta in volta i sodali della possibile presenza delle forze dell’ordine cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo.
“Azione contro chi vende morte”: il plauso del sindaco Pannone
AFRAGOLA (dc) – Ci sono parole e concetti difficili da esprimere in alcuni territori della provincia di Napoli. Afragola potrebbe essere capofila di un ipotetico gruppo di città in cui comunità, storia, tradizioni e criminalità organizzata si fondono pericolosamente dando vita a retaggi culturali e modi di vivere discutibili. Ma la sensazione è che il vento stia cambiando. Non appena appresa la notizia del blitz antidroga, il sindaco Antonio Pannone non ha esitato un attimo prima di comunicare la sua soddisfazione personale. Il primo cittadino ha espresso il proprio plauso ai carabinieri della stazione locale, guidati dal luogotenente Raimondo Semprevivo, e a quelli della compagnia di Casoria, diretti dal maggiore Diego Miggiano, “per il duro colpo – si legge in una nota – messo a segno nel contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti al clan Barbato-Bizzarro”. “Esprimo grande apprezzamento – le parole del sindaco – per l’operazione dei carabinieri che hanno smantellato, coordinati dalla Procura distrettuale antimafia, un’associazione criminale dedita al traffico di stupefacenti nel Rione Salicelle. Ancora una volta questa operazione conferma l’importante presenza dello Stato e la tempestiva azione di contrasto contro chi prova a inquinarlo vendendo dolore e morte”, ha concluso.