ROMA – Lega in calo. E’ il dato inconfutabile che esce dalle urne il 25 settembre. Evidente il flusso di voti persi e confluito verso FdI. Ed ora per il leader leghista si prospettano tempi duri anche per la leadership all’interno del partito dove premono Giorgetti, Zaia e Fedriga.
Si allontana il Viminale
Improbabile appare oramai l’approdo al Viminale per Matteo Salvini, visto il risultato ottenuto dal suo partito. La soglia prevista del 10% è sfumata. La Lega ha traballato al Nord, una volta vera e propria roccaforte, e ha fatto male al Sud, dove hanno trionfato i 5S. “Un dato che non mi soddisfa – ha dichiarato il leader del Carroccio – non è quello per cui ho lavorato. Ma con il 9% siamo nel governo di centrodestra in cui saremo protagonisti. Prevedo – ha sottolineato – cinque anni di stabilità per il Paese”. Poi è passato alla disamina delle sconfitta: “Alla Lega – ha detto – è costato il sostegno al Governo Draghi. Se mi chiedete lo rifaresti, rispondo lo rifarei”. E ha poi aggiunto: “Il giudizio degli elettori mi sembra sia chiaro ed evidente: hanno premiato coloro che per cinque anni hanno fatto opposizione e anche coloro che hanno fatto cadere il governo”
I dati
I dati usciti domenica dalle urne appaiono inconfutabili a partire dalla Regione Veneto dove Fratelli d’Italia è infatti il primo partito con il 32,7% delle preferenze alla Camera contro il 14,6% della Lega e il 16,3% del Partito democratico. Idem dicasi a Palazzo Madama dove Fratelli d’Italia ha preso il 32,7%, la Lega il 14,7% e il Pd il 16,1%. Forza Italia si è fermata al 7% sia per Camera che per Senato, superata dal Terzo polo che ha raggiunto l’8,3%.