Imprese, Bankitalia: cresce il pessimismo, tiene l’occupazione

Le imprese italiane si fanno più pessimiste

Marco Merlini / LaPresse

Le imprese italiane si fanno più pessimiste, vedono crescere le attese per l’inflazione e si attendono condizioni operative più complesse per i prossimi tre mesi. È la fotografia scattata dall’indagine della Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita condotta nel terzo trimestre del 2022 tra il 25 agosto e il 15 settembre presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 dipendenti.

Le aspettative sull’inflazione al consumo sono cresciute in misura marcata sui diversi orizzonti di previsione per le imprese italiane, raggiungendo i livelli massimi da quando ha avuto inizio la rilevazione nel 1999. Bankitalia rileva che il tasso di inflazione attesa si attesta in media, al 7,5 per cento tra sei mesi (da 6,4 nella precedente rilevazione), a 6,9 tra 12 mesi (da 5,6), a 5,7 tra 2 anni (da 4,8) e a 4,9 su un orizzonte compreso tra i 3 e i 5 anni (da 4,3). Peggiora inoltre il pessimismo delle imprese sulle proprie condizioni operative nei prossimi tre mesi, per via dell’incertezza alimentata dalla situazione economica e politica, oltre che per l’andamento dei prezzi delle materie prime.

Nel terzo trimestre la quota di imprese che ritengono che la situazione economica generale sia peggiorata rispetto al trimestre precedente è aumentata di 14 punti percentuali, al 77,9 per cento; solo l’1,6 per cento ne riscontra un miglioramento (4,7 nella precedente rilevazione). Secondo oltre il 90 per cento delle imprese, la probabilità di un miglioramento del quadro economico generale non supererebbe il 25 per cento (sarebbe nulla per circa il 60 per cento). Per quasi un terzo delle aziende, infatti, le difficoltà legate al costo dell’energia sono state maggiori che nel trimestre precedente. Viene meno l’impulso della domanda, che aveva sostenuto l’attività negli ultimi trimestri, e le attese delle imprese non lasciano immaginare una ripresa nei prossimi mesi. A questo scenario di peggioramenti dei giudizi sulle condizioni per investire si è poi associata una moderata revisione al ribasso dei piani di investimento per il 2022 da parte delle imprese industriali in senso stretto e dei servizi. Crescerebbe però la spesa.

Sul fronte dell’occupazione proseguirebbe l’espansione, per quanto a ritmi più contenuti: per il quarto trimestre la quota di imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi che prevedono di espandere il numero di addetti è risultata superiore di 5,6 punti percentuali a quella di chi ne prevede una riduzione, un divario più contenuto rispetto alla rilevazione precedente (15,7). Le attese sono più favorevoli nel comparto delle costruzioni, dove il saldo è aumentato lievemente a 11,7 punti percentuali (10,8).

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