NAPOLI – Le restrizioni dovute alle crisi energetica “spengono” le luminarie di Natale. Le associazioni di categoria si fanno poche illusioni sulla possibilità di rivedere nelle strade le gallerie di lampadine abituali, che saranno quantomeno ridimensionate. Oltretutto, se si decidesse di installare le luci, bisognerebbe trovare un modo di sostenere i costi del funzionamento, visto che quest’anno gli esercenti sono già strozzati dagli aumenti delle bollette. “Concordiamo su una politica di sobrietà – dichiara Luciano Luongo, presidente di Casartigiani Campania – siamo consci che il grande sforzo messo in campo dalla Camera di commercio di Napoli lo scorso anno sulle luminarie non può essere ripetuto per un senso di responsabilità e vicinanza alle imprese. Il simbolo natalizio non dovrà mancare per incoraggiare le attività legate al turismo, occorrono misure di aiuto alle imprese sul tema rinnovabili e energie green”.
Da parte sua, Lucio Sindaco, presidente di Ascom Confcommercio per la provincia di Caserta, ricorda che l’anno scorso fu proprio l’associazione di categoria ad addobbare le strade del centro del capoluogo di Terra di Lavoro: solo il grande albero in piazza Margherita fu allestito dalla Camera di commercio. “Quest’anno, ovviamente, andrà diversamente: questo per dare un segnale su una situazione molto preoccupante nella quale c’è bisogno di sacrifici da parte di tutti e anche perché l’anno scorso abbiamo chiesto il contributo di alcuni commercianti, ma quasi tutti si sono tirati indietro e abbiamo dovuto sostenere noi il costo. Siamo consapevoli del fatto che un Natale senza luminarie è un po’ triste. Quest’anno non le installeremo né condividere iniziative di altri in questo senso. Comunque, non è che la luminarie assorbano chissà quanta energia: è una quota minimale rispetto alla gestione dell’esercizio commerciale. Mi auguro però che almeno un simbolo del Natale in piazza Margherita, nel cuore della città, ci sia”.
Il presidente di Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo è favorevole a un’illuminazione moderata, particolarmente nelle aree turistiche: “I Comuni stanno vivendo le stesse difficoltà di famiglie e imprese e dovranno fare restrizioni, ma Napoli è una città a vocazione turistica. Servono quindi luminarie con una gestione diversa, accese per periodi più brevi, ma sicuramente non possiamo permetterci di tenere spenta la città. Già oggi gli alberghi hanno prenotazioni per il periodo natalizio per il 66-77% della capienza”. Forse, aggiunge Schiavo, “bisognerebbe spegnere le luci di notte, tenere alcune aree meno illuminate e garantire il costo venga spalmato in maniera diversa”.
Un discorso a parte lo meritano le Luci d’artista a Salerno, tanto care al governatore Vincenzo De Luca e che vengono tenute accese per diversi mesi. “Quello è uno spreco – dice Schiavo – non possiamo permettercelo. Tutti stiamo limitando i costi e dovranno farlo anche i Comuni: le vacche grasse non ci sono per nessuno e tutti devono prendersi le proprie responsabilità”. Gli altri capoluoghi campani, conclude l’esponente di Confesercenti, stanno lavorando in questo senso: “Tutti cercano di illuminare in maniera limitata e mi sembra la scelta più giusta”.
Natale di crisi, si spengono le luci
Luongo: irripetibile l’allestimento del 2021. Schiavo: Napoli resti accesa per i turisti