Smog, Legambiente: “Futuro governo si occupi dell’emergenza del bacino padano”

Secondo i dati di Legambiente del 2021 sulla qualità dell’aria in città "i livelli di sostanze inquinanti misurati nei capoluoghi del Nord Italia hanno superato decisamente i valori consigliati dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, esponendo residenti e lavoratori a condizioni ambientali dannose per la loro salute"

Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse

“Il futuro governo e le regioni mettano la qualità dell’aria tra le priorità” e in particolare “l’emergenza smog nel bacino padano”. Lo afferma Legambiente in un appello rivolto alle istituzioni.

Tra le proposte dell’associazione ambientalista: Piano di riduzione delle emissioni agricole, disincentivo all’uso del mezzo privato, miglioramento del trasporto pubblico locale, riduzione dei limiti di velocità in autostrada e riconversione degli impianti di riscaldamento.

Secondo i dati di Legambiente del 2021 sulla qualità dell’aria in città “i livelli di sostanze inquinanti misurati nei capoluoghi del Nord Italia hanno superato decisamente i valori consigliati dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, esponendo residenti e lavoratori a condizioni ambientali dannose per la loro salute”.

Legambiente ricorda anche le tre procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria aperte dall’Unione europea che pesano sull’Italia: la prima infrazione, si è concretizzata nel 2020 attraverso la sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia; con la seconda infrazione, relativa ai superamenti da NO2, la Commissione ha aperto un contenzioso facendo ricorso alla Corte europea di giustizia che, nel maggio 2022, le ha dato ragione e ci ha dunque condannato anche per questa seconda procedura; la terza, relativa ai superamenti per il PM2,5, è ancora agli inizi del procedimento.

Legambiente insieme con i comitati regionali del bacino padano, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, ribadiscono la necessità di un’azione trasversale a scala nazionale e regionale perché l’accordo per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano preveda azioni concrete per mantenere bassi i livelli di sostanze inquinanti nel corso della stagione invernale, a partire dal settore agricolo, il primo responsabile dell’inquinamento da polveri secondo l’ultima analisi effettuata dalle agenzie Arpa, fino al settore trasporti e riscaldamento domestico.

Secondo Legambiente “l’aggiornamento delle linee guida da parte dell’Oms e la prossima emanazione di una nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria devono essere uno sprone per i decisori politici italiani non si dovranno chiedere deroghe all’Unione europea, ma occorrerà dimostrare di saper spendere in modo saggio le risorse europee per favorire una vera transizione ecologica. Oltre alle proposte che riguardano la mobilità su scala urbana che chiediamo da tempo, riteniamo infatti necessaria un’azione trasversale e coordinata, per consentire all’accordo per la qualità dell’aria del bacino padano di arrivare a risultati concreti riducendo il più presto possibile il livello di inquinamento atmosferico, ogni anno responsabile di oltre 350mila morti nell’intera Unione europea, di cui 50mila solo in Italia”.

Le proposte di Legambiente. Partendo dal settore agricolo, “occorre innanzitutto rafforzare il sistema dei controlli, parallelamente al sostegno all’applicazione delle soluzioni tecnologiche più avanzate per ridurre le emissioni”. Inoltre le regioni, insieme alle associazioni di categoria, dovrebbero definire “un programma per la riduzione del carico zootecnico, portandolo a livelli compatibili con i limiti posti dalla direttiva nitrati per ridurre complessivamente i quantitativi di composti dell’azoto”. Per quanto riguarda il settore dei trasporti occorrono “risorse per rendere il Trasporto pubblico locale competitivo rispetto alla mobilità automobilistica”. Contemporaneamente è “importante un intervento del governo sui limiti di velocità in autostrada per limitare le emissioni provenienti dal traffico su lunga distanza”; e “ancora un sostegno alla riconversione degli impianti di riscaldamento” anche grazie “allo stanziamento di incentivi adeguati, oltre alla promozione di un sistema di controlli”.

LaPresse

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome