Tutto pronto al Quirinale per le Consultazioni che dovrebbero partire il 19 o il 20 ottobre. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà i gruppi parlamentari – che dovrebbero essere cinque, con la coalizione di centrodestra unita – nello studio alla Vetrata. Il timing va via via definendosi, anche se tutto dipenderà dall’elezione prima dei presidenti di Camera e Senato e poi da quelli dei gruppi parlamentari.
A Montecitorio e Palazzo Madama le assemblea dei singoli gruppi potrebbero riunirsi tra lunedi 17 ottobre e martedi 18, completando il primo step che porta appunto ai colloqui del capo dello Stato per la formazione del governo. A questo punto Mattarella potrebbe prendersi un giorno di riflessione e convocare Giorgia Meloni il 21 o il 22 ottobre per darle l’incarico, che la leader di Fdi dovrebbe accettare con riserva. Una data non casuale, viene spiegato, e legata alla missione di Mario Draghi a Bruxelles per il Consiglio Europeo. Con questo calendario infatti l’attuale presidente del Consiglio affronterebbe il vertice nella pienezza dei suoi poteri.
Ricevuto l’incarico dall’inquilino del Colle, Meloni potrebbe avviare i propri colloqui che dovrebbero tenersi a Montecitorio. A questo punto la data probabile per lo scioglimento della riserva potrebbe essere il 23 o il 24 ottobre. Bisogna tuttavia ricordare che domenica il capo dello Stato sarà nel pomeriggio a Sant’Egidio per la conferenza della pace con il presidente francese Emmanuel Macron, il quale sarà ospitato a pranzo al Quirinale il giorno seguente. Plausibile quindi che la lista dei ministri sia consegnata direttamente il 24 ottobre nel pomeriggio con il nuovo governo pronto a giurare tra il 25 e 26.
Nella stessa giornata toccherà alla tradizionale cerimonia della Campanella mettere il sigillo sul passaggio di consegne tra il governo Draghi e quello Meloni. Si tratta di un rito simbolico la consegna dello strumento con cui si dà inizio alle riunioni del Consiglio dei ministri e che segna formalmente il passaggio di potere tra il presidente del Consiglio uscente e quello entrante. Il nuovo esecutivo è quindi nella pienezza dei suoi poteri.
Dopo l’avvicendamento tra i due presidenti, il neoeletto si presenta a Camera e Senato per verificare la fiducia del Parlamento. Questo passaggio è così regolamentato dall’articolo 94 della Costituzione: “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione”.(LaPresse)