Clan dei Casalesi, la Dda scopre le carte di Schiavone

CASAL DI PRINCIPE – L’archivio personale di Nicola Schiavone ‘o munaciello nelle mani della Dda di Napoli. Lettere, atti societari e corrispondenza con politici: è il contenuto della documentazione che i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno trovato nella cantina dell’abitazione della suocera, Giovanna Perillo, nel corso di una perquisizione eseguita il 3 aprile 2019. I militari hanno rinvenuto alcune buste indirizzate a ‘Heureca-Nicola Schiavone’.

E i mittenti erano di ‘spessore’. Una proveniva dal ‘Ministero dei Trasporti – Segreteria particolare del ministro’, con la firma di Alba Abatecola (scomparsa il 15 gennaio 2019) e timbro postale dell’8 gennaio 1987. All’epoca il dicastero dei Trasporti era retto da Claudio Signorile, con Giuseppe Santonastaso sottosegretario. Un’altra busta aveva l’intestazione del ‘Sottosegretario di Stato delle Partecipazioni Statali’ ed era firmata da Angela Stillittano. Quel Ministero, al tempo della lettera (datata 1991), era guidato da Giulio Andreotti e dal sottosegretario Sebastiano Montali. Nell’archivio anche due fogli, recanti l’intestazione ‘Il Sottosegretario di Stato delle Partecipazioni Statali’ dove erano annotati, a matita, una serie di nominativi con relativi recapiti telefonici, e un terzo con sopra scritto ‘Ente Nazionale per l’Energia Elettrica’ con una lista, dattiloscritta, dei dirigenti Enel “delle zone del compartimento di Napoli”.
I carabinieri nell’analizzare i documenti hanno sottolineato che il figlio di Montali, Fabrizio, risulta coinvolto in un’indagine della Dda di Roma per ipotesi di riciclaggio e intestazione fittizia dove tra gli inquisiti compariva anche Enrico Nicoletti, legato alla Banda della Magliana.

Gli atti trovati a casa della Perillo sono stati inseriti nel fascicolo d’inchiesta che lo scorso maggio ha portato all’arresto di Nicola Schiavone, del fratello Vincenzo, detto ‘o trick e di altre 32 persone. Venerdì la Cassazione ha esaminato il ricorso della Procura contro la decisione del Riesame di scarcerare i due germani. Sono accusati di associazione mafiosa. ‘O munaciello attraverso una rete di società intestate a prestanome sarebbe riuscito ad aggiudicarsi appalti da Rete ferroviaria italiana sfruttando, dice la Dda, le sue alte conoscenze politiche e corrompendo alcuni manager. Parte dei proventi ottenuti da questi lavori sarebbero finiti alla famiglia di Francesco Sandokan Schiavone. Vincenzo si sarebbe dedicato ad altri settori: avrebbe ottenuto subappalti da colossi dell’energia e delle telecomunicazioni. I due affronteranno l’udienza preliminare la prossima settimana.

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