Governo: domani il giuramento della Meloni al Colle, ecco le tappe fino alla fiducia

I vari step della giornata

Giorgia Meloni al Quirinale (AP Photo/Gregorio Borgia)

ROMA – Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio donna, giurerà domani alle 10 nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella. Ecco le tappe che porteranno l’esecutivo del centrodestra alla guida del Paese.

GIURAMENTO. Appuntamento alle 10 nel salone delle Feste del Quirinale. La squadra dei ministri – 24 in tutto più la presidente Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano – affronterà il primo passaggio ufficiale della sua nascita. Una cerimonia formale che sancisce la nascita del nuovo governo. Davanti al presidente della Repubblica e al segretario generale del Quirinale, giurano prima il presidente del Consiglio poi i ministri, che sfileranno uno a uno davanti a una scrivania posta nel lato corto del salone su cui è esposta una copia originale della Costituzione Italiana. La formula che devono pronunciare recita: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”.

CERIMONIA DELLA CAMPANELLA. È un tradizionale rito simbolico che si svolge a Palazzo Chigi nel quale avviene la consegna dello strumento con cui si dà inizio alle riunioni del Consiglio dei ministri e che segna formalmente il passaggio di potere tra il presidente del Consiglio uscente e quello entrante. Normalmente questo rito viene celebrato dopo il giuramento. Con questo governo il passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia Meloni si terrà domenica alle 10.30 a Palazzo Chigi. Al termine della cerimonia, alle 12.00, si terrà la prima riunione del Consiglio dei ministri.

FIDUCIA ALLE CAMERE. Dopo l’avvicendamento tra i due presidenti, Meloni si presenterà in Parlamento per chiedere la fiducia. Alla Camera la seduta si terrà martedì 25 ottobre, mentre in Senato mercoledì. Questo passaggio è così regolamentato dall’articolo 94 della Costituzione: “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione”.

(LaPresse)

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