NAPOLI – A Ponticelli è calato il coprifuoco. A 24 ore dall’omicidio di Alessio Bossis a Volla, nel quartiere si respira aria pesante. Se ne sono accorti i carabinieri e gli agenti, che monitorano le palazzine popolari. Non è accaduto nulla. Peggio, le strade sono deserte. Non è un buon segnale. Significa che c’è tensione. E’ il primo indizio di un collegamento tra Volla e Ponticelli. Non solo. Gli investigatori registrano fibrillazione nei rioni-bunker dei De Micco-De Martino (come l’isolato dietro via Franciosa). Qui sfrecciano batterie di centauri la sera. Intanto la polizia ha fermato due ragazzi in moto durante i controlli in strada. Anche questo è un modo per far sentire la pressione delle forze dell’ordine nel quartiere.
Gli inquirenti temono rappresaglie dopo il delitto, che ritengono eccellente. Una risposta già nelle prossime ore. Adesso regna una calma apparente a Volla, come a Ponticelli. Lo sanno bene gli investigatori, che hanno i riflettori puntati sulle palazzine. Il 22enne abitava a Volla. Ma frequentava da sempre Ponticelli. Scarcerato da cinque mesi. E dall’8 agosto aveva la misura della sorveglianza speciale con obbligo di dimora a Volla. Vuol dire che era monitorato dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine. Ma torniamo al delitto. E’ stato ucciso con sette colpi di pistola alle 19 di lunedì nel parcheggio di un centro commerciale in via Monteoliveto a Volla. Non immaginava di essere in pericolo. Con ogni probabilità la riteneva una zona neutrale. Lontana dalla guerra di Ponticelli. Non è stato così. E l’incursione dei killer detta nuovi tempi nella faida: è una prova di forza senza precedenti.
Così la interpreta la Procura, che sospetta contraccolpi a Ponticelli a breve. Per ora c’è una pausa di studio, le paranze preparano le prossime mosse. Soprattutto cercano di captare quelle dei rivali. Il ventiduenne è stato ucciso con sette proiettili esplosi da distanza ravvicinata: una esecuzione. Probabilmente il delitto era stato studiato nei dettagli: avevano escogitato una trappola, per non destare sospetti. Per gli inquirenti, Bossis era vicino ai De Luca Bossa-Minichini, in guerra perenne con i De Micco-De Martino. Si spostava su un potente scooter Honda Sh 300. E il 4 settembre era stato fermato in moto da una pattuglia della polizia a Ponticelli: accusato di aver violato la misura dell’obbligo di dimora a Volla. Ma con all’avvocato Giovanni Abet, dimostrò che lo spostamento era giustificato da motivi di salute. Era andato all’ospedale del Mare e fu assolto nel processo per direttissima.
Non è mai stato facile per le pattuglie stargli dietro. L’altro ieri sera non ha mosso un passo: killer ‘professionisti’ lo attendevano nel parcheggio del centro commerciale. Nessuna lite. I testimoni non hanno udito urla. E’ stato sorpreso alle spalle e con ogni probabilità stava parlando con qualcuno.
I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata cercano la verità nei filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza. I sicari forse avevano i volti coperti, ma potrebbero aver commesso diversi errori. Potrebbero essere entrati nel piazzale con un’auto, o una moto. Bossis è stato accompagnato da qualcuno nel parcheggio del centro commerciale, perché non aveva la moto. Era arrivato da pochi minuti. E nemmeno più tardi avverte il pericolo. Cammina verso il commando, appostato dietro al parcheggio. Per questo i militari dell’Arma sospettano che sia caduto in una imboscata, orchestrata da qualcuno che conosceva.
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