CASERTA – La campagna anti brucellosi della Regione non funziona, anzi la zona a rischio (area cluster) si è ampliata da 4 a 7 Comuni, e gli allevatori ai appellano ai consiglieri regionali e al Parlamento europeo. Lunedì, secondo quanto annunciato ieri da Gianni Fabbris di Altragricoltura e da Giuseppe Pagano del Coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino, si terrà una riunione a Casal di Principe per presentare il documento (in via di redazione) da indirizzare ai consiglieri regionali in vista della convocazione del 7 novembre.
“Serve la dichiarazione di stato di crisi – dichiara Fabbris – e va nominato un commissario ad acta non per attuare il piano anti brucellosi, ma per cambiarlo. Stiamo denunciando il fallimento totale della Regione: mentre loro continuano a giocare agli sceriffi alzando muri e abbattendo capi, i Comuni inclusi nell’area cluster sono passati da 4 a 7 e i focolai stanno aumentando. Chiediamo al consiglio regionale di intervenire con urgenza, visto che gli abbattimenti continuano a fallire”.
Il 7 dicembre una delegazione di 50 allevatori sarà a Bruxelles per una conferenza nei locali del Parlamento europeo per denunciare la questione bufalina. Inoltre, “aspettiamo la nomina dei presidenti delle commissioni parlamentari e dei sottosegretari per chiedere incontri”.
La vicenda della brucellosi è simbolica, spiega ancora Fabbris, perché molti altri settori sono in crisi. Recentemente Paolo Sarnelli, responsabile del Settore Veterinario dell’Assessorato alla Sanità di Regione Campania ha firmato il decreto dirigenziale per la rimodulazione delle aree cluster di infezione per brucellosi e tubercolosi bovina e bufalina, che risultano così ampliate rispetto a quanto previsto dalla delibera di giunta 104 dell’8 marzo 2022 (quella che ha istituito il programma anti brucellosi). Cancello ed Arnone, Castel Volturno, Grazzanise e Santa Maria La Fossa erano i comuni inizialmente dichiarati area cluster d’infezione da brucellosi per l’intero territorio quali, poiché almeno il 50% presentava focolai attivi negli ultimi 2 anni, con esclusione delle aziende oggetto di stamping out e mai state sede di focolaio successivamente all’eventuale ripopolamento: tutti in provincia di Caserta e localizzati nel comprensorio del Basso Volturno.
Il nuovo decreto aggiunge Francolise, Carinola e Sparanise, estendendosi quindi nel cosiddetto “agro caleno”. Da notare che ci sono anche aree cluster dove la situazione è meno grave, in quanto sono meno estese del 50% del territorio comunale: sono a Calvi Risorta, Capua, Falciano del Massico, Mondragone, Pastorano, Pignataro Maggiore, Vitulazio, Villa Literno e San Tammaro. Anche in provincia di Salerno troviamo la brucellosi, in particolare nelle aree interne del Cilento: Futani, Montano Antilia e Centola.
I comuni inizialmente dichiarati area cluster d’infezione da tubercolosi per l’intero territorio erano sempre Cancello ed Arnone, Castelvolturno, Grazzanise e Santa Maria La Fossa, nel Casertano, ma adesso c’è anche Chiusano San Domenico in provincia di Avellino: in zona dichiarata ufficialmente indenne dall’Unione europea. Intanto, Altragricoltura si sta strutturando sul territorio con l’apertura di nuove sedi. “De Luca ci snobba e dice che parlerà con chi ci rappresenta – nota Fabbris – e al di là dei toni sbagliati che usa gli allevatori sono chiamati a scegliere: o si affidano a portavoce funzionali a quanto afferma il governatore o ad altri”.
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