“Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid-19”. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva un monito inequivocabile. Nel giorno in cui il governo, per voce del neo ministro alla Salute Orazio Schillaci, annuncia un “progressivo ritorno alla normalità” – con bollettini settimanali dei contagi, il reintegro dei medici non in regola con i vaccini, l’ipotesi di ‘condono’ delle sanzioni agli over 50 non vaccinati – il chiaro avviso del Colle è a non abbassare la guardia.
Il capo dello Stato ospita al Quirinale la cerimonia celebrativa de ‘I giorni della ricerca’, campagna promossa dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), alla presenza delle massime cariche istituzionali. Ammette che “il periodo più drammatico, il pericolo più allarmante è alle nostre spalle”, ma ricorda – per sgomberare il campo da ogni tentazione di approcci irrazionali – che “la scienza è stata decisiva”. E soprattutto che “dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione”, perché “la sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili”, avverte Mattarella.
Che in un sol colpo, insomma, difende il lavoro di medici e scienziati, di infermieri, operatori e di tutto il sistema sanitario. Nonché i vaccini “scoperti e prodotti in tempi record”, senza i quali “oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più”. Il presidente loda la “grande adesione alla vaccinazione, dovuta all’ammirevole senso di responsabilità della quasi totalità dei nostri concittadini”. E sottolinea che “la pandemia ci ha fatto capire quanto è importante il Servizio sanitario nazionale e quanto è prezioso il suo carattere universalista, cioè la vocazione a proteggere tutti i cittadini senza esclusioni”.
Sulla revisione delle restrizioni annunciata dal governo si innesca anche la polemica politica. “Il nuovo governo di destra vuole reintegrare il personale sanitario no vax. Noi stiamo con il presidente Mattarella”, attacca il sindaco di Firenze Dario Nardella del Pd, mentre il segretario Enrico Letta si dice preoccupato per la “retromarcia su tutte le misure che riguardano il Covid. I primi annunci sono profondamente sbagliati. Il messaggio è liberi tutti”.
Ma anche all’interno della maggioranza emergono sensibilità diverse sul punto. Forza Italia, con i capigruppo Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, si schiera a difesa della campagna vaccinale. Mentre il vicepresidente della Camera, l’azzurro Giorgio Mulè, afferma che sulle sanzioni agli over 50 “l’amnistia non deve diventare amnesia”.(LaPresse)