Napoli, picchiato dai camorristi per cedere la casa

NAPOLI – Quando la camorra vuole qualcosa, fa di tutto per prendersela. E dove non arrivano le parole, lo fanno le maniere forti. Un uomo è stato pestato giovedì mattina da un gruppo di giovani. E’ successo nel rione Amicizia. Una vicenda ancora a tinte fosche, ma che potrebbe inserirsi di diritto nel disegno criminale della cosca egemone nel quartiere costruito novant’anni fa per ospitare gli operai, la famiglia Bosti-Contini, che punterebbe ad allungare le mani sul business degli alloggi di edilizia popolare. Una spedizione punitiva in piena regola. E’ questa la sensazione della vittima e dei suoi parenti. Il raid di violenza è stato portato a termine giovedì mattina, ma purtroppo non si è esaurito dopo il pestaggio.

Il 42enne, infatti, sarebbe stato avvicinato anche in un secondo momento, in serata, da soggetti riconducibili al clan che, sotto gli occhi di figli e nipoti, l’avrebbero minacciata di morte. Non era solo, Francesco S., con lui anche la sorella, su tutte le furie per il trattamento riservato al fratello. E non sarebbe la prima volta che la famiglia di Francesco (il 42enne medicato giovedì sera all’Ospedale del Mare) diventa bersaglio dei malviventi. La pressione malavitosa durerebbe da tempo e negli ultimi giorni starebbe vivendo un picco inquietante. Scaramucce, minacce, poi il pestaggio e ancora intimidazioni. “Il tuo appartamento è nostro, vattene o sarà peggio per te”, le parole che verosimilmente si sarà sentito dire il 42enne.

A picchiare Francesco sarebbero stati i rampolli delle famiglie criminali del quartiere. L’obiettivo: occupare il suo appartamento di edilizia residenziale. Non sarebbe la prima volta, d’altronde, e le ultime inchieste contro i clan di camorra dimostrano che quello degli alloggi popolari è un affare che fa gola a molti tra Napoli e provincia. Tornando alla vicenda di giovedì, il 42enne – lontano dagli ambienti criminali, sposato e padre di tre figlie – giovedì sera si è recato al Pronto soccorso dell’Ospedale del Mare per farsi medicare le ferite riportate nell’aggressione. Aveva lividi ovunque, il volto gonfio, un vistoso taglio dietro l’orecchio sinistro. Ai medici e alle forze dell’ordine intervenute nel nosocomio di Ponticelli ha raccontato la sua verità. Agli investigatori il difficile compito di trovare riscontri.

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