Chiede la pace, Papa Francesco, nel giorno dell’Angelus dedicato alla solennità di Tutti i Santi: “La pace non è mai violenta né armata: siamo portati a credere che la pace arrivi con la forza e la potenza, ma è vero il contrario”. É “il mondo” ad avere bisogno di pace, dice Bergoglio in una piazza san Pietro dove si sono riuniti circa 15mila fedeli presenti. A loro e ai credenti in tutto il mondo il Papa ha chiesto di unirsi in preghiera e di “non dimenticare la martoriata Ucraina”.
Nel giorno di Ognissanti, il Pontefice rilancia così l’appello alla pace alla necessità che cessi la guerra in Ucraina, sulla via del dialogo, “della fraternità – sottolinea – di cui il nostro tempo ha bisogno”. “Chi prevarica – dice – resta a mani vuote, ma la pace non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno”. La pace non piove dal Cielo, “germoglia – invece – nel terreno della vita, richiede impegno, collaborazione, pazienza”. E non si può volere che venga calata dall’alto: occorre che sia costruita e che tutti diventino ‘operatori di pace’. Una operazione che richiede – mette in guardia il Santo Padre – di “disarmare” il cuore. “Siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi e parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell’indifferenza – afferma – Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore”. Eppure nel mondo “gli operatori della pace sembrano fuori posto perché non cedono alla logica del potere e del prevalere”.
Francesco è alla vigilia del suo primo viaggio papale in Barhein: partirà il 3 novembre per fare rientro in Vaticano il 6 novembre. Il Pontefice ringrazia “tutti quelli che stanno organizzando questa visita” e pone l’accento sul significato del viaggio che sarà “all’insegna del dialogo” per proseguire il dialogo con il mondo mussulmano. “Parteciperò a un forum sull’imprescindibile necessità che Oriente e Occidente si vengano incontro”.
Dal Barhein, intanto si moltiplicano gli appelli delle opposizioni sciite e degli attivisti affinché, durante il suo viaggio, il Papa sollevi preoccupazioni sui diritti umani nella piccola nazione insulare. L’isola al largo della costa dell’Arabia Saudita è governata da una monarchia sunnita che ha represso violentemente le proteste della Primavera araba del 2011 con l’aiuto degli alleati Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
di Laura Pirone