CASERTA – “Chi vive in una villa sarà tutelato, non importa quando grande l’edificio mentre per chi abita in una palazzina non ci saranno più garanzie, ritrovandosi ad essere vittime impotenti degli aumenti in bolletta, nelle mani degli speculatori che giocano sull’aumento del prezzo dell’energia”: è drammatica la situazione in cui verranno a trovarsi i condomini (e con essi chi vi abita) dal prossimo gennaio dovranno obbligatoriamente lasciare il mercato di maggior tutela della luce, venendo di fatto equiparati alle microimprese.
Una situazione a dir poco paradossale. Se per le famiglie il termine è stato confermato fino al 10 gennaio del 2024 lo stesso non è avvenuto per i palazzi in cui abitano. Di fatto la tutela, in maniera completa, sarà soltanto a vantaggio delle abitazioni ‘singole’, cioè ville, poderi e case di campagna, in montagna e al mare. Per chi abita in un condominio, in pratica la maggior parte della popolazione, la tutela finisce nel momento in cui inizia la proprietà condivisa. Le famiglie si ritroveranno, in ogni caso, a dover sostenere il prezzo per l’aumento dell’energia elettrica necessaria a illuminare e riscaldare il condominio, oltre che a far funzionare le apparecchiature elettriche come ascensori e cancelli automatici. Conferma il passaggio l’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambienti), che non prevede una distinzione tra ‘clienti domestici’ e clienti ‘in bassa tensione o altri usi. “I condomini sono considerati, inspiegabilmente, microimprese – a parlare è Marco Vignola (nella foto a destra), responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori – quindi per le utenze condominiali il mercato tutelato della luce non finisce il 10 gennaio 2024 ma tra meno di due mesi, il primo gennaio 2023. E’ una disparità di trattamento illegittima, assurda e inspiegabile tre chi abita in una villa e chi abita in una palazzina, che chiediamo di correggere immediatamente sia al governo che all’Arera, insieme al rinvio della fine tutela del gas, prevista per la fine di quest’anno”. Una situazione gravissima secondo gli amministratori dei condomini casertano, che già si ritrovano a dover subire i colpi continui dell’inflazione e del caro-vita. “Già i costi che dobbiamo sostenere oggi per le bollette dell’energia sono raddoppiati rispetto all’anno scorso – a parlare è Lorenzo Tartaglione, amministratore condominiale di Caserta – Il nostro condominio, dove ci sono 20 famiglie, è arrivato a quasi 35mila euro di spese. In pratica già sappiamo che, con ogni probabilità, ci ritroveremo a dover pagare un conguaglio di almeno 10mila euro. E se non si paga si diventa subito morosi. Ma quel pagamento non è una morosità, si tratta di un costo in più. Il costo delle bollette, sia dell’energia che del gas, è aumentato molto e le famiglie non riescono più a sostenere queste spese”. Una situazione al limite quella che si sta creando all’interno delle abitazioni del capoluogo, dove i nuclei familiari economicamente più fragili si ritrovano, paradossalmente, a sostenere il peso maggiore del caro-energia. “Il clima è teso – sono le parole di Sabrina Merola, amministratrice condominiale – C’è ansia e frustrazione tra i proprietari così come anche tra gli affittuari. Già alcuni si trovano in difficoltà, risultando morosi. Se la situazione prosegue su questa china non potrà che peggiorare e per molte famiglie sarà un disastro”.
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