Migranti, i nodi dei ricorsi Humanity: “No a ragioni di sicurezza e uno sbarco è necessario”

"Non si può dare il Pos (Place of Safety, ndr) solo ad alcune persone. Nel momento in cui viene dato, tutti i naufraghi devono poter scendere da quella nave".

AP Photo/Salvatore Cavalli

“Non si può dare il Pos (Place of Safety, ndr) solo ad alcune persone. Nel momento in cui viene dato, tutti i naufraghi devono poter scendere da quella nave”. Così l’avvocato Giulia Crescini, del collegio difensivo di Sos Humanity, di cui fanno parte anche gli avvocati Cristina Laura Cecchini, Riccardo Campochiaro e Lucia Gennari, spiegango a LaPresse i motivi delle azioni legali intraprese dalla ong.

Domani verrà presentato il ricorso al Tar del Lazio, contro il decreto interministeriale del 4 novembre scorso, e Crescini spiega i temi fondamentali che affronterà: “Il primo è lo sbarco di tutti i naufraghi, per la ragione che le ho detto, e senza fare una distinzione tra alcuni ed altri. La seconda questione è che il decreto del 4 novembre prevede che la nave non possa entrare nel porto per ragioni di sicurezza. Ma nel momento in cui entra e sbarca alcuni dei naufraghi, evidentemente queste ragioni di sicurezza non esistono, perché una parte dei naufraghi è sbarcata”.

Un secondo ricorso viene presentato presso il tribunale civile di Catania e punta sul fatto che “nel momento in cui ci sono dei richiedenti asilo a bordo della nave che hanno manifestato la loro volontà di presentare richiesta d’asilo, la pubblica amministrazione è obbligata a farli sbarcare perché non è possibile frapporre nessuno ostacolo all’esercizio del loro diritto”, dice Crescini.

In particolare, sono state compilate delle richieste di manifestazione della volontà per ognuna delle 35 persone rimaste a bordo. “Dopo un’approfondita informativa legale alla presenza degli interpreti e con le linee guida dell’Unhcr – prosegue l’avvocato – hanno tutti espresso per iscritto la volontà di presentare richiesta d’asilo in Italia”. Le richieste sono state inoltrate sia alla questura di Catania sia ai ministeri di Interni, Infrastrutture e Difesa, “per chiedere che vengano tolti gli ostacoli che impediscono a queste persone di recarsi in questura a chiedere asilo. Perché la normativa su questo è chiara: nessun ostacolo all’esercizio del diritto d’asilo”.

“Ma il punto fondamentale – conclude – è che, come naufraghi, dovrebbero scendere tutti”.

di Alessandra Lemme

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