Bce: rischi per la crescita, resta la stretta su tassi. Industria torna in calo

La Bce vede rischi per la crescita e conferma che sui tassi verrà mantenuta la linea di una progressiva stretta, necessaria anche per domare un'inflazione che rimane fuori controllo

LP / AFP PHOTO / Daniel ROLAND

 La Bce vede rischi per la crescita e conferma che sui tassi verrà mantenuta la linea di una progressiva stretta, necessaria anche per domare un’inflazione che rimane fuori controllo. E in questo scenario, che prefigura una possibile recessione, evocata anche da Istat, in Italia torna a scendere dopo due mesi la produzione industriale.

L’attività economica dell’area dell’euro, sottolinea la Bce nel suo bollettino mensile, è probabilmente rallentata in misura significativa nel terzo trimestre del 2022 e ci si attende un ulteriore indebolimento per la parte restante dell’anno e l’inizio del 2023. Riducendo i redditi reali delle famiglie e spingendo al rialzo i costi per le imprese, l’inflazione elevata continua a frenare la spesa e la produzione, osserva la Bce. Le gravi interruzioni delle forniture di gas hanno peggiorato ulteriormente la situazione, e sia la fiducia dei consumatori sia quella delle imprese hanno subito un rapido calo, pesando anche sull’economia. L’inflazione infatti, osserva la Bce, continua a essere di gran lunga troppo elevata e si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo. E in questo contesto Bce prevede di alzare ulteriormente i tassi di interesse dopo l’aumento dello 0,75% a ottobre per assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento a medio termine.

Timori sono espressi pure dall’Istat. Gli indici di fiducia di consumatori e imprese, a ottobre, hanno infatti fornito ulteriori segnali di rallentamento, spiega l’istituto di statistica nel suo bollettino mensile. Le famiglie hanno evidenziato un significativo peggioramento dei giudizi sulla situazione economica mentre tra le imprese manifatturiere, nel terzo trimestre, sono aumentate le segnalazioni su costi e prezzi più elevati come ostacolo alle esportazioni in presenza di crescenti preoccupazioni sull’insufficienza della domanda.

E tornano le nubi pure sull’industria. “Dopo due mesi di crescita -osserva l’Istat – l’indice della produzione industriale registra, a settembre, una diminuzione: in calo risulta pure il complesso del terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti”. Tra i principali settori di attività sono in aumento solo i beni strumentali. Anche in termini tendenziali la produzione, al netto degli effetti di calendario, è in diminuzione. A livello settoriale è ampia la flessione dei beni intermedi e dell’energia, mentre sono in crescita i beni di consumo e i beni strumentali”.

LaPresse

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