NAPOLI – Il regno che fu del clan Lo Russo nelle mani dei Mazzarella. Una svolta criminale storica, quella che si starebbe consumando a Miano, quartiere in cui si registra un cambio di guardia malavitosa forse senza eguali nella storia recente della camorra. Lì dove per decenni hanno dettato legge i Capitoni, starebbe provando a insediarsi la cosca originaria del rione Luzzatti di Poggioreale. E’ quanto sospettano gli investigatori dell’antimafia, che da venerdì pomeriggio sono concentrati sull’omicidio di Pasquale Angellotti, killer di punta dei Lo Russo durante gli anni d’oro dei Capitoni, elemento apicale di un’organizzazione criminale che, anche oggi, dopo condanne e pentimenti, è presente nel quartiere, almeno con i suoi spettri.
Un vecchio boss
E già perché a Miano non è camorra se non è Lo Russo. Lo stesso Angellotti era ancora considerato uno dei vecchi boss della cosca. E la sua presenza a Miano dopo la scarcerazione nel 2018 non è stata gradita. Linuccio ’o cecato stava provando a mettere su una banda tutta sua. I killer hanno spezzato il sogno del 54enne, scaricandogli addosso dieci proiettili mentre era a bordo della sua Fiat 500 L, in via della Liguria, nella parte bassa del quartiere. Chi prova a dare linfa alla continuità con i Lo Russo, viene eliminato.
Il binomio in discussione
Il binomio è ormai messo in discussione da almeno un paio d’anni, da quando cioè nel quartiere si stanno verificando episodi che, agli occhi degli investigatori e degli inquirenti della Dda, possono significare soltanto una cosa: il rione del santo Gaetano Errico è nel mirino di un nuovo gruppo malavitoso composto da giovanissime leve criminali. Tra di loro ci sarebbero anche degli incensurati. Profili insospettabili che (in teoria) sono difficili da captare dai laser degli scanner della Direzione distrettuale antimafia. O, almeno, era questo l’obiettivo di chi li ha inseriti tra le fila della consorteria criminale. Che, alle spalle, sia come regia che come caratura camorristica, avrebbe alcuni esponenti di spicco del clan Mazzarella del rione Luzzatti. Lo stesso clan Mazzarella che si contende il dominio degli affari illeciti della città di Napoli e della provincia con l’Alleanza di Secondigliano. La stessa Alleanza di Secondigliano che, per anni, ha trovato nei Lo Russo validi alleati sul territorio di Miano. La situazione rischia di esplodere da un momento e all’altro e in tal senso indizi arrivano anche dalla conformazione geografica dell’area nord.
La compagine criminale più potente
Il ‘cuore’ di Miano dista poche centinaia di metri e circa cinque minuti a piedi dal centro della Masseria Cardone, il regno del clan Licciardi, la cosca che insieme ai Mallardo e ai Contini va a formare, secondo Dia e Dda, una compagine criminale tra le più potenti e temibili d’Italia. Il fatto che i Mazzarella stiano avanzando su Miano apre a scenari inquietanti. Tra Mazzarella e Alleanza di Secondigliano non corre buon sangue. Pensare che i vertici dei due clan possano sedersi attorno a un tavolo e risolvere una controversia, è da ingenui.
Le nuove leve
E in questo senso le strade di Miano potrebbero presto tornare a macchiarsi di sangue. D’altronde, oggi il quartiere (come più volte anticipato da Cronache di Napoli) è nelle mani di un manipolo di giovani pronti a tutto e spietati. Hanno tra i 18 e i 35 anni. Se ne vanno in giro sempre insieme per far passare a tutti il messaggio della compattezza dell’organizzazione, che ha raccolto l’eredità del gruppo finito in manette a luglio con l’accusa di aver messo sotto estorsione le piccole realtà commerciali. Poi c’è una ‘cupola’ fatta di uomini navigati. Dietro di loro, l’ombra dei Mazzarella. La prima regola del nuovo clan? Cancellare il passato e farlo col piombo. Ne sono esempi Salvatore Milano, ucciso il 23 aprile 2021; Giuseppe Tipaldi, avvertito con una ‘stesa’ contro il salone di barbiere del cognato e freddato nella notte del 12 novembre dell’anno scorso; Giuseppe Di Napoli e Pasquale Torre, ammazzati lo scorso 31 gennaio nel Don Guanella. In mezzo, il 24 giugno 2021, l’esecuzione in via Teano di Antonio Avolio, 30enne ex Lo Russo, ucciso subito dopo essere tornato nel quartiere dopo aver scontato una lunga condanna in carcere. Tornando all’omicidio di Angellotti, ieri notte, poche ore dopo l’agguato, gli investigatori della polizia hanno trovato, non lontano da via della Liguria, un’auto carbonizzata. Potrebbe essere quella utilizzata dai sicari, ma anche una tentativo per depistare le indagini.
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