KIEV – Dopo la liberazione dall’esercito russo, a Kherson sventolano le bandiere gialloblù ma la città è al buio e al freddo: “Meglio senza luce, senza acqua, senza riscaldamento, ma senza i russi” dicono gli abitanti della ex città russofona. “Siamo liberi, gloria all’Ucraina”.
Frattura culturale
Già in parte ristabilita in città la rete Internet dove ora si possono scrivere le chat in ucraino, così come si parla per le strade e nelle case dove invece dal giorno dell’occupazione, il 24 febbraio di quest’anno la lingua diffusa era il russo. La guerra ha “accelerato la frattura culturale tra Russia e Ucraina”. Infatti durante l’occupazione era vietato parlare ucraino o ascoltare musica in lingua. Continue erano anche reiterate le perquisizioni subite dai residente da parte dalle truppe russe alla ricerca di indizi per accurarli di tradimento.