CASERTA – Reazioni soddisfatte, ma anche prudenti fra i rappresentanti del settore bufalino dopo le affermazioni del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in Senato. Per Gianni Fabbris, portavoce del coordinamento unitario in difesa della bufala, “fino alla scorsa legislatura, quando i ministri rispondevano alle interrogazioni in Parlamento leggevano le veline dell’Istituto zooprofilattico del Mezzogiorno. Evidentemente qualcosa è cambiato: Lollobrigida ha sottolineato che tutti gli interventi vanno nella direzione di cambiare il piano per l’eradicazione della brucellosi, fallimentare nei numeri, e ha annunciato che il Governo, diversamente da quanto accaduto finora, si sta muovendo per convocare tavoli di concertazione fra i ministeri dell’Agricoltura e della Salute e la Regione. Queste sono praticamente le stesse proposte che noi abbiamo presentato alla Regione. Vediamo cosa succede ora: la prossima settimana abbiamo una serie di incontri a Roma con parlamentari ed esponenti governativi per far valere le nostre proposte, che evidentemente non sono compatibili con quanto annunciato giovedì dal ministro Lollobrigida”. Gli allevatori, aggiunge Fabbris, chiedono anzitutto “discontinuità rispetto al passato: si dichiari lo stato di emergenza e si nomini un commissario non per applicare il Piano, ma per cambiarlo e per attenersi a quello realizzato fra il 2007 e il 2013. Certo, non abbiamo ancora avuto tutte le risposte che ci aspettiamo dal Governo, ma l’intervento del ministro al Senato segna un cambio di passo”.
Lollobrigida ha annunciato fra l’altro che oltre 6 milioni di aiuti per il settore sono già erogati. “I problemi sono due – aggiunge Fabbris – cambiare questo Piano che sta aumentando brucellosi e tubercolosi e salvaguardare le aziende: abbiamo chiesto al consiglio regionale di riconoscere il mancato reddito. Visto che gli allevatori hanno dovuto chiudere le stalle per combattere la brucellosi, abbiamo proposto una misura nella Finanziaria, concertata con i fondi regionali, per affrontare il problema delle aziende ridotte sul lastrico dal Piano della Regione. Se i 6 milioni sono veri, sarebbero i primi soldi che gli allevatori vedrebbero, dopo averci rimesso”.
Da parte sua, Enrico Migliaccio, presidente di Ris Bufala, ente selezionatore che gestisce il libro genealogico della bufala mediterranea italiana, esprime soddisfazione perché “il ministro, alla prima presenza durante una seduta al Senato, ha toccato l’argomento della mattanza. Rilevo che c’è tanto tempo perso da recuperare e molte cose da fare. Le nostre proposte sono state messe agli atti dopo gli incontri con i ministri dell’Agricoltura e della Salute del governo precedente già a luglio 2021, ma sono state accolte in minima parte. Non ho sentito dire da Lollobrigida che ci vuole un commissariamento ministeriale, dato che ormai si è persa la fiducia fra istituzioni sanitarie campane e allevatori. La Regione andava commissariata non doveva commissariare: assurdo che chi ha gestito la situazione nomini un delegato per applicare il Piano”.
Secondo Migliaccio, servono 4 provvedimenti: anzitutto il commissariamento da parte del Governo. La vaccinazione non va poi limitata ai vitellini fino a 8 mesi e alle stalle indenni dalla malattia: “Nella mia azienda di Carinola sono stati immunizzati appena 70 capi su 700 e il mese prossimo toccherà ad altri 10”. Inoltre, servono nuovi metodi di analisi più efficaci per la ricerca dei capi positivi. Infine, bisogna puntare anche sull’autocontrollo: “Ogni allevatore deve poter testare i propri animali anche a proprie spese e non restare 6 mesi in attesa che venga l’Asl a fare un controllo generale. Se ho dei dubbi, sui miei capi, per legge non posso testarli, neppure comprando i kit per la diagnosi”.
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