Giovanna Bonsignore e Giovanna Frino, due donne che, oltre al nome condividono l’età e lo stesso triste destino, uccise oggi, in una lunga scia di sangue che non sembra volersi arrestare, dai loro compagni. La prima è stata uccisa a Villabate, in provincia di Palermo a coltellate con un bisturi; l’altra è stata raggiunta da colpi di pistola nella sua casa ad Apricena, in provincia di Foggia.
Le due donne avevano in comune anche il fatto di essere mamme: Giovanna Bonsignore aveva una figlia di 15 anni, mentre Giovanna Frino aveva tre figli.
A spezzare la vita di Giovanna a Villabate è stato Salvatore Patinella, il suo compagno di 41 anni che si è ucciso con il bisturi, la stessa arma usata per ferirla a morte. A lanciare l’allarme è stato un amico che, leggendo un post su Facebook in cui l’uomo aveva annunciato il gesto, ha chiamato i carabinieri che, arrivati in casa hanno trovato i due cadaveri. La famiglia si è chiusa nel dolore, come confessa a LaPresse il fratello della vittima.
È stato invece fermato a Apricena, nel Foggiano, Antonio Di Lella, 56 anni, il marito di Giovanna Frino. La morte della donna ha sconvolto la comunità del piccolo paesino in provincia di Foggia. Sembrerebbe che una delle figlie abbia assistito all’omicidio, come ha svelato il sindaco di Apricena Antonio Potenza a LaPresse. “Per quello che mi risulta la coppia non aveva mai fatto trapelare nulla, nessun problema né a noi come Comune, né alle forze dell’ordine. Non c’è stata alcuna denuncia”, prosegue il primo cittadino. “Conoscevo sia lei, una ragazza solare e dinamica, che il marito che fino a qualche tempo fa, faceva la guardia giurata”. Una situazione tranquilla, racconta il sindaco, tanto che “ieri sera era passato a prendere il pacco natalizio presso il nostro centro anziani e i miei collaboratori mi hanno riferito che sembrava sereno”.
di Valentina Bombardieri