LOS ANGELES – La giuria divisa su sette capi d’accusa e non trova la quadra. E’ quanto scaturito dal processo di Los Angeles che vede imputato l’ex produttore cinematografico Harvey Weinstein che sta già scontando 32 anni di carcere per stupro e due aggressioni sessuali inflittegli dal tribunale di New York
L’accusa
L’uomo ha avanzato le pretese di fare sesso senza averne il consenso di alcune donne che lo avevano avvicinato. Chiaro il messaggio dell’attrice premio Oscar Mira Sorvino inviato alle donne che lo hanno accusato: “Siete le nostre eroine contro un mostro”. L’ex divo di Hollywood rischiava addirittura 60anni di prigione, mentre ora ne potrebbe scontare dai 18 ai 24 anni.
Il disaccordo
Dopo ben dieci ore in camera di consiglio, i giurati non hanno trovato l’accordo “contro ogni ragionevole dubbio – si legge – su un capo di imputazione per stupro e alti due per aggressione sessuale”. A testimoniare 44 donne tra cui la modella italo-filippina Ambra Battilana Guterres e Jennifer Siebel Newsom, moglie del governatore della California, Gavin Newsom.
L’inghippo
Secondo quanto risulta dagli atti l’uomo, che si era dichiarato non colpevole, è già stato scagionato dalle accuse di “aggressione contro la massaggiatrice ‘Jane Doe 3’, mentre i giurati non hanno trovato l’accordo sulle altre due accusatrici una delle quali è Jennifer Siebel il cui verdetto, però, non è stato sufficiente a dichiarare l’unanimità.
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