Tim nel 2022 si è data “una visione industriale adatta alle sfide future del mercato”. A rivendicarlo è l’ad del Gruppo, Pietro Labriola, che, in una lettera ai dipendenti, ha ricordato come la società stia lavorando “alla focalizzazione sui differenti business model (Infrastrutture, Consumer, Enterprise)”. “Sono mercati che si muovono con dinamiche differenti e l’approccio “one size fits all” non va più bene. L’aver mostrato al mercato il valore che possiamo esprimere attraverso il nostro piano di “delayering”, ossia di focalizzazione sui diversi segmenti di business, (presentato meno di 6 mesi fa) ha già avuto un effetto positivo perché i principali analisti hanno cominciato ad esprimere valutazioni riguardo alla somma delle parti superiore del 16%rispetto all’azienda integrata, ma sono sicuro che questo valore sia anche maggiore”, ha aggiunto Labriola. ” Sulle infrastrutture ci troviamo di fronte a un’ondata di investimenti pari solo a quella che ha caratterizzato il nostro Gruppo quando era concessionario pubblico. In questo contesto il superamento dell’integrazione verticale tra infrastrutture e servizi e l’applicazione da parte dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di modelli di costo aggiornati sono necessari per garantire un’adeguata remunerazione del capitale stesso. “, ha spiegato il manager.”Il mercato consumer italiano è caratterizzato da una pressione competitiva che non ha pari in Europa e nel mondo e questo porterà auspicabilmente ad un consolidamento del mercato. Per affrontare questo cambiamento dobbiamo diventare più efficienti e questo è un obbligo, non una scelta”, ha aggiunto Labriola, che ha rimarcato anche come sul segmento Enterprise l’azienda sia “leader indiscussa” ma come al tempo stesso “non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo affrontare e vincere le prossime sfide come quelle del Cloud, della Cybersecurity e dell’IoT”.
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