Brasilia come Washington. I palazzi delle principali istituzioni brasiliane, dal Congresso alla Corte suprema, fino al Tribunale supremo elettorale, come Capitol Hill. I sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro, come fecero negli Usa quelli di Donald Trump il 6 gennaio del 2021, hanno assaltato il cuore del potere del Paese sudamericano. Anche in questa occasione le forze dell’ordine non sono riuscite a contenere la folla, che ha forzato i blocchi e fatti irruzione commettendo atti vandalici.
Le rivolte in Brasile che sono culminate con i manifestanti pro-Bolsonaro che hanno preso d’assalto il Congresso ieri, sono ora terminate, secondo un funzionario nominato dal presidente per gestire i disordini Ricardo Cappelli. Secondo quanto riporta la Cnn, Cappelli ha affermato che la situazione è “sotto controllo” nella regione, che comprende la capitale Brasilia. “Tra poche ore ricominceremo le operazioni. Tutto sarà debitamente indagato. I criminali continueranno a essere identificati e puniti”, ha affermato.
La polizia brasiliana ha ripreso il controllo dei tre palazzi delle istituzioni presi d’assalto dai manifestanti a Brasilia. Dopo la Corte Suprema e il palazzo presidenziale anche il Congresso è nelle mani delle forze dell’ordine.
Sarebbero “oltre 400” le persone arrestate in Brasile per l’assalto ai palazzi delle sedi istituzionali a Brasilia. Lo ha twittato nella notte il governatore Ibaneis Rocha. Poche ore dopo l’uomo è stato rimosso per 90 giorni dal suo ruolo dal giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes.
Il giudice della Corte Suprema brasiliana Alexandre de Moraes ha rimosso per 90 giorni il governatore della regione di Brasilia, Ibaneis Rocha. Poco prima lo stesso Moraes aveva ordinato lo sgombero dei campi dei sostenitori di Bolsonaro in tutto il Paese entro oggi.
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