SANTA MARIA A VICO – Cinque arresti e un sesto ancora da assicurare alla giustizia oltre a tredici indagati a piede libero nell’inchiesta sulla corruzione e le estorsioni aggravate dal metodo mafioso. L’indagine ruota intorno alla compravendita di cappelle gentilizie e loculi all’interno del cimitero di Santa Maria a Vico. In carcere Pasquale Crisci, 47 anni, vicepresidente della Provincia di Caserta e consigliere comunale di opposizione a Santa Maria a Vico. I reati a lui addebitati sarebbero stati commessi in veste di consigliere comunale e vicesindaco della cittadina fino all’estate del 2020.
In carcere oltre a Crisci anche Carmine De Lucia, 55 anni, originario di Santa Maria a Vico ma residente a Reggio Emilia; Carmine Liparulo, 49 anni, di San Felice a Cancello; Giovanni Papa, 58 anni, di Santa Maria a Vico, dipendente del Comune e Giuseppe Pascarella, 44 anni, di Santa Maria a Vico. In carcere dovrà andare anche Domenico Nuzzo, 51 anni, di Santa Maria a Vico. Indagati a piede libero sono Giuseppe Carfora, 73 anni, di Maddaloni; Pietro Carfora, 67 anni, di Santa Maria a Vico; Clemente De Lucia, 70 anni, di Maddaloni; Michele Diglio, 74 anni, di Santa Maria a Vico; Domenico Liparulo, 77 anni, di Santa Maria a Vico; Vincenza Mazzone, 83 anni, di Santa Maria a Vico; Giuseppe Passariello, 40 anni, di San Felice a Cancello; Francesca Piscitelli, 57 anni, di Maddaloni; Giuseppe Piscitelli, 61 anni, di Maddaloni; Pasquale Piscitelli, 63 anni, di Maddaloni; Raffaele Piscitelli, 59 anni, di Santa Maria a Vico; Antonio Sgambato, 63 anni, di Maddaloni e Felice Valentino, 52 anni, di Santa Maria a Vico.
Ad eseguire la misura cautelare sono stati i finanzieri della Compagnia di Marcianise coordinati dal capitano Benedetta Antonaci. Le attività investigative coordinate dalla Dda di Napoli (Luigi Landolfi) hanno accertato che, tramite la forza intimidatrice del clan, uno degli indagati, il ras dei Massaro Carmine Liparulo, aveva ottenuto l’assegnazione di una cappella gentilizia del valore di 44mila euro estorta al titolare della società aggiudicataria dei lavori di ampliamento del cimitero di S. Maria a Vico. Tale cappella gentilizia, attraverso l’intervento presso il medesimo imprenditore di altro soggetto, pure attinto da misura cautelare, e la compiacenza di un impiegato comunale e di un consigliere comunale, veniva successivamente assegnata, sulla base di documentazione artatamente prodotta, ad altro soggetto, in cambio di un corrispettivo in denaro.
In tale ambito investigativo, sono state accertate ulteriori condotte riguardanti l’illecita compravendita di cappelle e loculi ubicati nel cimitero di S. Maria a Vico che vedevano il coinvolgimento anche dell’allora concessionario dei servizi cimiteriali e di ulteriore soggetto coinvolto, quest’ultimo risultato intestatario di ben sedici loculi cimiteriali sempre a Santa Maria a Vico.
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