Minacce di morte al direttore, condannato killer dei Casalesi

Maria Bertone, direttore di Cronachedi.it, Cronache di Napoli e Cronache di Caserta
Maria Bertone, direttore di Cronachedi.it, Cronache di Napoli e Cronache di Caserta

NAPOLI – Il massimo della pena prevista per il reato contestato, un anno e sei mesi. Più di quanto aveva richiesto la pubblica accusa, a dimostrazione della fondatezza dei fatti ricostruiti e della gravità degli stessi. Un anno e sei mesi di reclusione, da aggiungere a quelli che sta già scontando in carcere, per Giovanni Cellurale, killer ergastolano del clan dei Casalesi, che ad agosto del 2021 minacciò di morte il direttore di Cronache Maria Bertone, ‘rea’ a suo dire di non aver pubblicato una lettera precedente a quella utilizzata per annunciarle “dieci colpi in bocca”.

La minaccia

Una nota firmata con il suo nome e cognome, con tanto di data di nascita. “Sai – scriveva il camorrista – ti stavo pensando. Spero di vero cuore che al più presto uscirò, così ti faccio saltare in aria. Ora lo dico a tutti, che se qualcuno esce prima di me ti deve sparare 10 colpi tutti in bocca, a te e a tutta la tua razza di merda. Ora sono detenuto al Pagliarelli di Palermo. Qui si dice: “Mi suchi a minchia! Ah Ah Ah. Spero che ora la pubblichi questa sul tuo giornale di merda. Ti giuro che il giorno che uscirò ti vengo a sparare in bocca”.

La denuncia

Il nostro direttore andò immediatamente a denunciare: le fu assegnata una forma di vigilanza e fu aperta un’inchiesta, data anche la caratura criminale del personaggio. Cellurale sta scontando l’ergastolo presso il carcere di San Gimignano, in provincia di Siena. Fu arrestato il 25 febbraio del 2013 per la sua partecipazione al commando che, per conto del boss di Cesa Nicola Caterino referente locale del clan dei Casalesi che faceva capo a Francesco Bidognetti noto come “Cicciotto ’e Mezzanotte”, aveva ucciso Michele Martinelli a Cesa, il 12 giugno del 2006. Il delitto avvenne nel parcheggio del supermercato Lidl di Cesa. Cellurale arrivò sul posto insieme a Lorenzo Ventre. Era lui stesso a guidare una delle due auto scelte per l’agguato, una Fiat Punto. Proprio per questo omicidio è stato condannato in via definitiva, insieme al boss Caterino, dalla Corte di Cassazione il 21 novembre del 2017. L’omicidio si inserisce nella guerra che in quel periodo i Caterino combattevano contro il gruppo dei Mazzara. Fu commesso per vendicare la morte di Michele Caterino, fratello del capoclan, ucciso sotto casa da un commando dei Mazzara.

La sentenza

A oltre 10 anni dall’arresto, dopo che la sua condanna stava per diventare definitiva, il 50enne di Aversa ha chiesto di collaborare con la giustizia. Decisione tardiva e inutile ai fini investigativi, tanto che la procura ha rifiutato il suo ‘aiuto’. Da lì è nata la rabbia che l’ha portato a scrivere quella lettera al direttore Bertone. Il processo per le minacce si è aperto a febbraio dello scorso anno, ieri mattina la sentenza, emessa dalla Corte di Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Luciana Crisci, che ha accolto la richiesta di condanna del pubblico ministero, il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Fabrizio Vanorio, comminando al pericoloso criminale la pena massima prevista dal codice penale per questo reato. In aula il direttore Bertone, accompagnata dall’avvocato Gennaro Razzino, da Ugo Clemente in rappresentanza della cooperativa Libra, che edita Cronache e si è costituita parte civile insieme all’Ordine dei Giornalisti della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli. Alle 14 di ieri il giudice Crisci ha letto il dispositivo della sentenza. Cellurale è stato condannato anche a pagare le spese di lite (1.800 euro) e a risarcire le parti civili, la Libra Editrice e l’Ordine dei Giornalisti della Campania, dei danni subiti da determinarsi in sede civile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome