CASAL DI PRINCIPE – E’ durata meno di due mesi la latitanza di Salvatore Gabriele. Si nascondeva nel residence Royal, a Castelvolturno e lì (in una stanza del terzo piano) ieri mattina i militari dell’Arma hanno fatto irruzione per ammanettarlo.
Lo scorso 22 novembre era riuscito a sottrarsi all’arresto disposto dal giudice Isabella Iaselli del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Gabriele, 48enne, conosciuto sul Litorale con il nomignolo di ‘o Spagnuolo (o Sasà), è uno dei 45 coinvolti nell’inchiesta che ha puntato a colpire le cosche Bidognetti e Schiavone, rispettivamente riorganizzate, stando alla tesi degli inquirenti, da Gianluca Bidognetti, figlio del capoclan Cicciotto ‘e mezzanotte, e Giovanni Della Corte.
Ad arrestare il 48enne sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa supportati dai colleghi della Compagnia normanna, del Reparto territoriale di Mondragone e della Compagnia di Casal di Principe (con il sostegno tecnico del Ros). Denunciata la 48enne castellana che avrebbe favorito la latitanza di ‘o Spagnuolo.
Gabriele è indagato per usura aggravata dal metodo mafioso. Insieme a Nicola Sergio Kader (anche lui coinvolto nell’inchiesta sui Bidognetti e sugli Schiavone) si sarebbe fatto promettere da un cittadino di Castelvolturno, a fronte di un prestito di 2.200 euro, consegnatogli nel giugno 2022, la somma di 3.400 euro che la vittima avrebbe dovuto corrispondergli entro dicembre dello stesso anno, applicando così al prestito reso, sostiene la Dda di Napoli, un interesse pari al 110 per cento su base annua. Quando raggiunsero il castellano per ottenere la cifra pretesa, Kader e Gabriele, ha ricostruito la Procura di Napoli, lo minacciarono: “Con noi non si scherza. Stai attento a come ti comporti. Ti facciamo male”.
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