di Ernesto di Girolamo
SANREMO – Vincerà la 73° edizione del ‘Festival di Sanremo? Beh, oggi la classifica dice che è al primo posto e probabilmente (anche se non si può avere una controprova) anche per distacco sugli inseguitori. Sta rispettando tutti i pronostici, sta provando a confermare le ‘voci’ di una sua vittoria e soprattutto sta regalando emozioni e grande musica. All’Hotel Globo, insieme a Fedez, ogni giorno si ‘concede’ ai tantissimi fan che affollano piazza Colombo: dà appuntamenti giornalieri che puntualmente diventano un ritrovo per tutti coloro che lo amano. Marco Mengoni con la sua semplicità, col suo volto pulito e soprattutto con una immensa voce sta concedendo un qualche cosa di veramente straordinario agli addetti ai lavori del Teatro Ariston e a coloro che lo seguono da casa. La sua ‘Due vite’ è già super ascoltata in radio, è già amatissima da tutti e sta spopolando sui social e sui Tik Tok.
Insomma, Mengoni ha già vinto. Quando poi gli chiediamo se si sente la vittoria già in tasca è scaramantico: “Sarebbe un sogno, ma non voglio pensarci. La classifica e le critiche mi stanno premiando, chissà cosa succederà sabato notte”. In realtà sarà già domenica mattina quando Amadeus, in compagnia di Gianni Morandi, svelerà il vincitore (o la vincitrice) della 73° edizione del festival della musica italiana. Mengoni è un ragazzo di altri tempi, immensa disponibilità, ci offre anche un caffè durante l’intervista. E poi ci racconta di sé: “Due vite è un brano che mi rappresenta al massimo. Anche in altre occasioni ho spiegato cosa volessi dire con questo brano: vorrei avere appunto due vite per poter prendere due strade completamente opposte. Nella prima prenderei una decisione mentre nella seconda quella opposta per capire cosa ne verrebbe fuori”.
Il due ricorre spesso nei suoi titoli: “Il dualismo deve esistere all’interno di noi. Permette di crescere, è un qualcosa di stimolante. Io ne ho tanto bisogno e non a caso ogni tanto esce fuori”. E’ a Sanremo 2023 tra le dritte di Giorgia e le risate con Ariete, grazie alle scelte di Amadeus che ha messo nel Festival “tutti i colori della musica italiana”. L’emozione rispetto alla vittoria del 2013 con “L’essenziale” è diversa ma il ruolo dell’orchestra è sempre centrale: “Non capita spesso di suonare con 40 musicisti. E domani (oggi ndr) c’è il coro per la cover ‘Let it be’ dei Beatles: c’è un mio brano che la cita…”. In attesa del tour negli stadi a giugno ha creato lo spazio Mengoni: “L’abbiamo pensato per portare un po’ di quotidianità e famiglia in queste giornate in cui non c’è niente da fare, non ci sono interviste, non ci sono feste (scherza, ndr). Significa tornare in un posto che è un po’ famiglia: puoi giocare a biliardino o fare una jam session improvvisata, non è male. Poi in questi giorni tutte le mattine faccio un podcast con Fabio De Luigi, ci raccontiamo un po’ di cose, non c’è niente di scritto, andiamo a braccio”.
E quindi le differenze con il 2013: “L’emozione non era la stessa, era diversa, sono più grande, mi lascio trasportare di più, dieci anni fa ero più frenato. Ora c’è un maggiore senso di libertà. E il Festival invece è cambiato rispetto al 2013? E’ cresciuto, è diventato ancora più completo e contemporaneo. Devo dire grazie ad Amadeus perché è riuscito a mettere tutte le sfumature della società della musica, ci sono tutti i colori della realtà della musica fuori. Non è facile per niente. Mi ha spinto a fare Sanremo proprio questo: ero molto felice di tutto quello che stava succedendo nella mia carriera. Avevo l’album ‘Materia (Pelle)’ e il tour pronto, andava tutto bene. Ho deciso di andare a divertirmi a Sanremo anche per ringraziare i miei fan”.
E quindi sull’annata appena trascorsa: “Quest’anno sono stato particolarmente fortunato perché in questo cast stupendo composto dal direttore Amadeus ci sono tante persone che conosco bene, colleghi con i quali siamo amici, a un certo punto andremo tutti in gita. Quando ci incontriamo tra un’intervista e l’altra è divertente. Forse Giorgia mi ha dato delle dritte sulle bacche di Goji per rilassarsi. Ariete mi fa ammazzare dalle risate, la sento come una compaesana, credo che lei sia di Anzio, io sono della parte opposta del Lazio, però siamo comunque della stessa regione, abbiamo lo stesso accento, è divertente. Io amo tutti, sono rilassato, è un momento hippy della mia vita”.
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